martedì 25 febbraio 2020

L’esperienza di Claudio Machetti nel top management di Enel

Claudio Machetti è alla guida di Global Trading, la Business Line di Enel che gestisce il sourcing di carbone, gas e olio combustibile, la programmazione della produzione degli impianti, e l'operatività sui mercati all'ingrosso di gas ed energia elettrica in diversi Paesi. Manager dalla consolidata esperienza professionale, grazie alla sua lunga carriera è riconosciuto oggi come una figura di primo piano nel Gruppo Enel.
Claudio Machetti

Claudio Machetti, dai primi incarichi professionali all'approdo in Enel

Originario di Roma, Claudio Machetti ha conseguito una Laurea in Scienze Statistiche presso l'Università La Sapienza nel 1982. La sua carriera ha inizio nel Banco di Roma, prima come dipendente della filiale di Milano nel 1983 e in seguito nella Direzione della capitale nel ruolo di Analista Finanziario. Si specializza in equity e lavora come funzionario per l'Ufficio Analisi Finanziarie del Banco di Roma, società per cui opera in seguito in qualità di Responsabile del Nucleo Analisti Finanziari. Nel 1992 avviene il passaggio all'interno di Ferrovie dello Stato, prima come Dirigente Responsabile dell'Unità Mercati Finanziari e poi come Direttore della Finanza Operativa. Allo stesso tempo collabora nella fondazione di Fercredit, società captive di servizi finanziari, per cui viene nominato Amministratore Delegato. In seguito a tali esperienze di rilievo, nel 2000 Claudio Machetti fa il suo approdo in Enel in qualità di Responsabile dell'Area Finanza, contribuendo inoltre alla nascita della società di factoring per le attività del Gruppo, Enelfactor, di cui assume il ruolo di Amministratore Delegato, e alla fondazione di Enel Insurance, di cui è Presidente fino al 2014.

L'esperienza di Claudio Machetti nel management del Gruppo Enel

Anche in seguito alle esperienze in Enelfactor ed Enel Insurance, e ad altri incarichi ricevuti nei board delle consociate Wind Telecomunicazioni e Terna, Claudio Machetti prosegue la propria ascesa nel Gruppo Enel, ricoprendo ulteriori cariche di responsabilità all'interno della multinazionale dell'energia elettrica e del gas: prima, infatti, è Presidente dei fondi pensione Fondenel e Fopen, poi Direttore Finanziario a diretto riporto dell'Amministratore Delegato, e in seguito, nel 2009, viene nominato alla guida della Direzione Risk Management, la neonata divisione responsabile del controllo dei rischi aziendali (finanziari, creditizi, industriali, assicurativi e quelli relativi alle commodities). Successivamente alla ristrutturazione del Gruppo e all'organizzazione dello stesso in quattro linee di business (Generazione Globale, Infrastrutture e Reti Globale, Trading Globale ed Enel X) Claudio Machetti viene incaricato di guidare la linea di Global Trading, nomina tuttora ricoperta dal manager. Attualmente è, inoltre, Amministratore Unico di Enel Global Trading, società del Gruppo dedicata alle attività della divisione omonima. Figura di rilievo nel management di Enel, nel 2015 viene nominato nuovamente Presidente di Fondenel.

Luigi Lusuriello, Chief Digital Officer di Eni, ritira in rappresentanza del Gruppo il Premio Assochange 2019

"Un apprezzato riconoscimento per il lavoro svolto e un forte incentivo per proseguire su questa strada": così ha commentato Luigi Lusuriello, Chief Digital Officer di Eni, l'assegnazione del Premio Assochange al Gruppo, gratificazione ottenuta grazie ai progressi raggiunti nel processo di trasformazione digitale.
Luigino Lusuriello

Luigi Lusuriello: "Orgogliosi di ricevere il Premio Assochange"

Luigi Lusuriello, Chief Digital Officer di Eni, ha rappresentato il Gruppo ricevendo il Premio Assochange 2019. Giunto alla sua ottava edizione, il riconoscimento è stato consegnato in occasione del Convegno di presentazione dei risultati del 6° Osservatorio sul Change Management in Italia. L'evento si è svolto a Milano, presso Assolombarda. Il Premio è stato consegnato a Eni per "aver valorizzato appieno il connubio tra Tecnologia Digitale e Cambiamento Culturale delle persone", attraverso un progetto globale ambizioso di Change Management, studiato per supportare la digital transformation in atto. La digitalizzazione diventa così un appoggio alla sostenibilità e alla sicurezza delle attività di Eni. "Per noi la trasformazione digitale è un abilitatore di un profondo cambiamento culturale", ha dichiarato Luigi Lusuriello. "È per noi infatti sintesi di un concetto più completo di trasformazione del modo di lavorare delle persone, abilitata dal digitale. Per favorire il cambiamento è imprescindibile un forte programma di Change Management che riesca a valorizzare le diversità culturali, generazionali e professionali e che accompagni le persone a migliorare le loro performances integrandosi con le soluzioni digitali". Il manager ha sottolineato che il Premio rappresenta "un apprezzato riconoscimento per il lavoro svolto e un forte incentivo per proseguire su questa strada".

Luigi Lusuriello: la carriera professionale

Luigi Lusuriello è laureato in Ingegneria Meccanica presso l'Università di Genova. Nel 2009, a carriera avviata, decide di consolidare il suo percorso di formazione attraverso il corso "The Oxford Advanced Management and Leadership Programme" presso la Said Business School University of Oxford. In seguito alla laurea, entra in Agip S.p.A. in qualità di progettista di strutture onshore e offshore nella Direzione Ingegneria. Dal 1992 al 1993 è Construction Yard Manager a Ravenna, dal 1993 al 1994 è Platform Manager in Congo, mentre dal 1994 al 1998 è Manager - Production and Maintenance Technologies per la sede di Crema. Successivamente, ricopre i ruoli di Project Manager, Production Manager e Capo Distretto a Ortona, quest'ultima carica assunta anche in Val d'Agri. La sua carriera si apre sul fronte internazionale con l'incarico di Managing Director di Eni Congo e, in seguito, di Eni UK. Luigi Lusuriello viene nominato Senior Vice Presidente Programma Iraq nel 2011 ed Executive Vice President Operations dal 2013 al 2018. Da settembre 2018 ricopre l'incarico di Chief Digital Officer di Eni, occupandosi di guidare il processo di trasformazione digitale.

martedì 18 febbraio 2020

Roberto Casula: le fasi della carriera professionale

Roberto Casula, classe 1962, è un professionista nel settore energetico: gli studi in Ingegneria Mineraria e le esperienze accumulate all'estero lo hanno portato a ricoprire via via incarichi sempre più importanti all'interno del settore.
Roberto Casula

Dagli studi in Ingegneria Mineraria agli incarichi in Eni: i primi passi della carriera di Roberto Casula

Nato a Cagliari, Roberto Casula consegue la laurea in Ingegneria Mineraria nel 1988 presso l'Università della sua città natale, diventando subito dopo ingegnere professionista. La sua carriera inizia in Agip S.p.A., dove fino al 1991 ricopre il ruolo di Reservoir Engineer: in quegli anni si occupa di prove di produzione e acquisizione dati sui pozzi, oltre allo studio del comportamento dinamico dei giacimenti di idrocarburi, acquisendo solide competenze nel settore. L'anno successivo segna l'inizio della sua esperienza all'estero: entra a far parte della consociata Agip Angola Ltd, con sede a Luanda, come Reservoir Engineer, Petroleum Engineer e Chief Development Engineer. Nel 1997 rientra in Italia senza tuttavia abbandonare il focus sui mercati esteri: diviene infatti Development and Production Coordinator di Eni, occupandosi di attività operative e di business legate ai Paesi dell'Africa Occidentale e Centro-Asiatica.

Da Teheran a Tripoli: Roberto Casula consolida le sue esperienze

Dopo aver assunto nel 2000 l'incarico di Responsabile dei Servizi Tecnici di progetto per le attività in Iran, l'anno seguente si trasferisce a Teheran dove ricopre il ruolo di Dirigente e Project Director del progetto Giant South Pars Gas fasi 4-5. Il percorso in Eni di Roberto Casula è ormai consolidato: nel 2004 assume la carica di Managing Director di Eni Mediterranea Idrocarburi S.p.A. a Gela, svolgendo attività di esplorazione e produzione sul territorio siciliano. Nel 2005 è di nuovo all'estero in qualità di Managing Director di Eni Nord Africa BV, a Tripoli (Libia): l'esperienza maturata lo porta nel 2007 prima alla nomina di Senior Vice President della Regione Sub-Sahariana e successivamente Presidente delle 3 consociate Eni Abuja (Nigeria). Dopo aver sviluppato per anni competenze sui territori dei Paesi africani e del Medioriente, nel luglio 2014 la sua esperienza si concretizza con l'incarico di Chief Development Operations & Technology Officer di Eni.

Luigino Lusuriello: i vantaggi della transizione digitale in Eni

L'incarico di Chief Digital Officer in Eni ha portato Luigino Lusuriello a occuparsi in prima persona del processo di digital transformation in corso nel Gruppo: il digitale non solo accelera la crescita economica, ma agevola anche la strada verso la decarbonizzazione.
Luigi Lusuriello, Chief Digital Officer Eni

Luigino Lusuriello: perché Eni punta sul digital

Luigino Lusuriello è attualmente Chief Digital Officer di Eni, incarico assunto nel settembre del 2018. Tale ruolo lo vede in prima linea alla guida del processo di trasformazione digitale all'interno del Gruppo. Intelligenza artificiale, robotic process automation, deep learning, blockchain, IoT, realtà virtuale e aumentata: sono tutti strumenti innovativi che rientrano nel processo di digitalizzazione ormai avviato da Eni. Luigino Lusuriello ha confermato che per il Gruppo "è molto importante tenere sotto controllo l'efficacia delle iniziative di trasformazione digitale, sia dal punto di vista economico che qualitativo per migliorare processi, efficienza e sicurezza". Il digitale è una leva fondamentale per lo sviluppo sostenibile, nonché per agevolare e accelerare la crescita economica e consentire a tutti l'accesso all'energia. È anche attraverso questo tipo di innovazione che Eni punta a diventare carbon neutral sul lungo termine.

La carriera di Luigino Lusuriello

Luigino Lusuriello è laureato in Ingegneria Meccanica presso l'Università di Genova. Dopo quasi due anni di servizio come ufficiale del Genio Navale nella Marina Militare Italiana, inizia la sua carriera in Agip S.p.A. con l'incarico di progettista di strutture onshore e offshore nella Direzione Ingegneria. Dal 1992 al 1993 è Construction Yard Manager per la sede di Ravenna, dal 1993 al 1994 è Platform Manager in Congo, mentre dal 1994 al 1998 è Manager - Production and Maintenance Technologies per la sede di Crema. In seguito lavora come Project Manager, Production Manager e Capo Distretto a Ortona, quest'ultima carica ricoperta anche in Val d'Agri. Dal 2004 si sposta all'estero, assumendo l'incarico di Managing Director di Eni Congo e di Eni UK. Rientrato in Italia, si occupa del coordinamento gestionale in Kazakhstan - Karachaganak in qualità di Vice President. Nel 2011 Luigino Lusuriello diventa Senior Vice President del Programma Iraq. Prima di assumere l'attuale incarico di Chief Digital Officer, è Executive Vice President Operations di Eni dal 2013 al 2018. Per completare e consolidare il suo iter formativo, ha partecipato al corso "The Oxford Advanced Management and Leadership Programme" presso la Said Business School University of Oxford.

Claudio Descalzi e il Ministro Costa firmano per la carbon neutrality di Gela

Il 10 dicembre, l'AD di Eni Claudio Descalzi ha messo la firma sulla decarbonizzazione del sito industriale di Gela: grazie al protocollo d'intesa firmato con il Ministro dell'Ambiente Sergio Costa, il Gruppo potrà attuare un programma di riqualificazione ambientale dell'area.
Claudio Descalzi

Gela, al via la decarbonizzazione del sito: Claudio Descalzi firma il protocollo d'intesa

Partono gli investimenti per Gela autorizzati dal Ministero dell'Ambiente: il 10 dicembre c'è stato l'incontro tra il Ministro Sergio Costa e Claudio Descalzi che ha portato alla firma di un protocollo di intesa nel quale Eni si impegna nella decarbonizzazione del sito siciliano. L'accordo mette fine ai dubbi sul futuro dell'impianto: il programma prevede lo smantellamento di tutte le aree in disuso, che verranno dedicate a nuove attività, oltre alla demolizione degli impianti non più funzionali. "Si tratta di un programma all'avanguardia, orientato allo sviluppo industriale sostenibile del sito, ai principi dell'economia circolare e all'utilizzo delle tecnologie più avanzate - ha commentato l'AD - Questo accordo segue e completa l'avvenuta riconversione della raffineria di Gela in bioraffineria, tramite la quale Eni ha avviato, in un'ottica di economia circolare, un processo di trasformazione industriale del sito in grado di produrre biocarburanti da biomasse e da prodotti di riciclo": l'intesa coinvolge anche i giacimenti a gas del progetto Cassiopea, che raggiungeranno la carbon neutrality attraverso impianti fotovoltaici, evitando scarichi nocivi nelle acque siciliane. Decarbonizzazione, mitigazione ambientale, riqualificazione e valorizzazione: secondo la nota di Eni, l'intesa prevede anche la rimozione di rottami e manufatti presenti sul fondale lungo il pontile, il recupero del canale per la raccolta delle acque di raffreddamento e infine, attraverso la piantumazione di specifiche specie arboree, la diminuzione dell'impatto di CO2.

Claudio Descalzi e la spinta ambientale di Eni

"L'ambiente è chiaramente una delle principali priorità per l'Eni, perché da qui a 15-20 anni non saremo la stessa società mentre sta cambiando tutta la catena produttiva. Stiamo lavorando non solo sulle rinnovabili ma anche sull'economia circolare, tutti i processi industriali stanno cambiando e stiamo investendo molto": sono le parole centrali dell'intervento di Claudio Descalzi, Amministratore Delegato del Gruppo dal 2014, durante i Mediterranean Dialogues, conferenza tenutasi a Roma la prima settimana di dicembre. L'evento, dedicato alla geopolitica e all'economia dell'area mediterranea, è stata l'occasione per consolidare gli obiettivi del Gruppo in materia ambientale. "Quello che faremo non è solo sulle nostre emissioni di CO2, bisogna anche intervenire su quelle prodotte dai propri clienti e dobbiamo cambiare i nostri prodotti finali, in un modo tale che anche i consumatori finali finiscano per ridurre le emissioni". Per raggiungere risultati concreti nella transizione energetica, secondo l'AD ci sarà bisogno della sinergia di tutti gli attori coinvolti, dato lo scenario globale che vede aumentare il bisogno di energia, specie in Asia e in Africa.

Alessandro Benetton: l’amore per Cortina e il progetto dei Mondiali di Sci 2021

Cortina d'Ampezzo si appresta ad ospitare i Mondiali di Sci 2021 e, insieme a Milano, le Olimpiadi Invernali 2026. In prima fila per l'organizzazione e la valorizzazione di questi importanti eventi c'è Alessandro Benetton. L'imprenditore ha raccontato questa avventura nella video rubrica "#UnCafféConAlessandro".
Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: i Mondiali di Sci e le potenzialità di Cortina

600 atleti rappresentanti di 70 nazioni, 120 mila spettatori, 500 milioni di persone collegate in diretta televisiva da tutto il mondo, senza contare l'impatto e la risonanza social dell'evento: sono i numeri dei Mondiali di Sci 2021 che si terranno a Cortina d'Ampezzo. Alessandro Benetton, in qualità di Presidente della Fondazione che si occupa dell'organizzazione dei Mondiali, ha dedicato a questa sua sfida un recente episodio della rubrica social "#UnCafféConAlessandro", appuntamento all'interno del quale l'imprenditore si racconta e dice la sua su diversi temi legati all'imprenditoria e all'attualità. Perché ha deciso di occuparsi dell'organizzazione dei Mondiali? Cosa l'ha spinto ad accogliere la sfida? "Il primo motivo è semplice. Amo Cortina. Ho iniziato a sciare a 5 anni, sono maestro di sci, la montagna è la mia passione e Cortina è il posto dove la posso vivere": da questo interesse è nata la voglia di migliorare una realtà locale ancora troppo radicata al passato, non aperta al cambiamento e all'innovazione. I Mondiali di Sci si sono rivelati un'occasione imperdibile per riportare i riflettori su una città con così tanto potenziale come Cortina e sulle piccole eccellenze italiane. In qualità di Presidente di Fondazione Cortina 2021, Alessandro Benetton punta a costruire un futuro ricco e sempre più prestigioso per la località.

Alessandro Benetton: Cortina è un brand e tutti i suoi abitanti sono imprenditori

"Le città come Cortina sono dei veri e propri brand e tutti i cittadini contribuiscono alla loro costruzione e valorizzazione", ha dichiarato Alessandro Benetton nel suo video pubblicato su Youtube e condiviso anche dal Corriere della Sera, come di consueto. Non si tratta solo di far sì che un evento abbia successo nell'immediato, ma lo scopo di questo lavoro prevede una prospettiva più a lungo termine di valorizzazione del territorio e della città. Grazie al lavoro di Fondazione Cortina si è venuta a creare una rete locale di giovani con competenze che spaziano dall'ambito organizzativo a quello dei new media, dalla sostenibilità al turismo sportivo: si tratta di una risorsa preziosissima che può essere sfruttata anche in futuro, ad esempio, per le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026. "Oggi non si può più ragionare solo in termini di profitto personale", ha spiegato Alessandro Benetton. "Con le iniziative come i Mondiali di Cortina vinciamo tutti, perché vince il sistema Italia".

Roberto Casula, una carriera in Eni

Roberto Casula è entrato a far parte del settore energetico negli anni '80, collezionando numerose esperienze a livello internazionale e specializzandosi nel settore prima in Agip e poi nel Gruppo Eni nato nel 1992.
Roberto Casula, manager Eni

Da Agip a Eni, Roberto Casula testimone della metamorfosi del Gruppo

Nata negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, Eni era un ente pubblico economico con un ruolo strategico: attraverso il controllo di Agip, Anic e Snam, realtà del settore avviate nel ventennio precedente, guida lo sfruttamento delle risorse energetiche italiane. È il 1992 quando con un decreto legge, Eni diventa una società per azioni e inizia un profondo processo di ristrutturazione. Pochi anni prima, nel 1988, Roberto Casula entra in Agip come Reservoir Engineer: con in tasca una laurea in Ingegneria Mineraria conseguita presso l'Università di Cagliari, sua città natale, inizia quindi la sua esperienza vivendo in prima persona il periodo di transizione del Gruppo, terminato nel 2001 con l'ultima vendita di parte del pacchetto azionario e l'assorbimento in Eni S.p.A. di Agip e Snam. Dopo una lunga esperienza all'estero grazie agli incarichi ricoperti per la consociata Agip Angola Ltd, con sede a Luanda, nel 1997 è di nuovo in Italia con il ruolo di Development and Production Coordinator per il neonato Gruppo, a capo di operazioni sia nel continente africano che in quello asiatico. Dopo 3 anni in Iran come Dirigente e Project Director, nel 2004 ritorna in Italia, dove ricopre la carica di Managing Director di Eni Mediterranea Idrocarburi S.p.A.

Roberto Casula, la situazione energetica del continente africano

Dal 2005 al 2014 Roberto Casula è in Africa, prima come Managing Director di Eni Nord Africa BV, a Tripoli, poi come Senior Vice President della Regione Sub-Sahariana e successivamente Presidente delle 3 consociate nigeriane di Eni Abuja. La sua conoscenza ormai consolidata della regione lo porta nel 2011 alla nomina di Executive Vice President per l'Africa e il Medio Oriente. La pluriennale esperienza ha fatto sì che il manager avesse ben chiara la situazione del continente africano, ponendo l'attenzione in particolare sull'accesso limitato all'energia. Secondo Roberto Casula infatti tutti i dibattiti e le discussioni degli ultimi decenni riguardanti il cambiamento climatico e il fabbisogno energetico si sono concentrate in maniera prevalente su Europa, Usa, Cina e India: mentre in questi Paesi si cercano modi per diminuire l'uso di energia, con circa il 16% della popolazione mondiale l'Africa ne consuma solo il 5%. Il manager sostiene dunque che per iniziare davvero ad affrontare la problematica del Continente bisogna innanzitutto garantire attraverso investimenti in infrastrutture l'accesso a un'energia più economica e pulita, come ad esempio quella solare, in modo da offrire l'opportunità a imprenditori e produttori locali di creare sviluppo sostenibile.

martedì 11 febbraio 2020

Bilancio europeo 2021-2027: l’AD e DG di Terna Luigi Ferraris interviene al convegno Ue

"Accompagnare la transizione energetica attraverso investimenti importanti": il monito dell'AD e DG di Terna Luigi Ferraris al convegno "Un nuovo bilancio europeo all'altezza delle sfide per l'occupazione, la crescita e la sostenibilità".
Luigi Ferraris, AD e DG Terna

Terna: la partecipazione dell'AD e DG Luigi Ferraris al convegno Ue sul bilancio europeo 2021-2027

È intervenuto anche Luigi Ferraris, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna, al convegno "Un nuovo bilancio europeo all'altezza delle sfide per l'occupazione, la crescita e la sostenibilità". Organizzato dal Parlamento europeo in collaborazione con la Commissione europea e la Regione Lazio, si è tenuto lo scorso 7 febbraio alla Camera di Commercio di Roma e ha visto la partecipazione di esponenti delle istituzioni comunitarie, nazionali e locali, esponenti delle categorie economiche e sociali, del mondo dell'educazione, dell'agricoltura, dei trasporti e della ricerca. Tra loro anche il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L'incontro si pone come un'occasione di confronto costruttivo, di "alto livello", sul tema dei negoziati per il bilancio europeo 2021-27, anche dal punto di vista delle Regioni che sono chiamate a gestirne una parte notevole. L'AD e DG di Terna Luigi Ferraris ha parlato in particolare di investimenti e infrastrutture, focalizzandosi sul valore della transizione energetica in atto e le opportunità da cogliere: "Gli obiettivi che la Commissione Europea pone per il 2030, sono ancora più sfidanti rispetto a quanto previsto. Quindi bisogna accompagnare una transizione energetica attraverso investimenti importanti; nel nostro caso in reti di trasmissione, sia a livello nazionale ma anche attraverso interconnessioni tra Stati".

Luigi Ferraris: semplificare il quadro finanziario e accelerare i processi autorizzativi sono azioni fondamentali

"Un dato interessante è che l'Europa fisica, cioè la rete elettrica, è già molto integrata" ha puntualizzato Luigi Ferraris. L'AD e DG di Terna ha quindi evidenziato come oggi il nostro Paese possa vantare più di 27 interconnessioni tra Italia e Stati membri europei. "Se varchiamo le Alpi analogamente Francia, Germania e altri Paesi hanno tra loro interconnessioni molto importanti e saranno sempre più strategiche più andiamo avanti verso questo modello di decarbonizzazione e transizione energetica": Luigi Ferraris si è quindi focalizzato sull'enorme potenziale energetico di cui dispone l'Europa, da Nord a Sud, che permette "idealmente di ottimizzare le risorse attraverso una rete sempre più interconnessa". "Siamo alla vigilia di una grande transizione dove le reti sono un'opportunità di investimento" ha spiegato infine l'AD e DG di Terna: "Avendo noi la responsabilità di sistema perché questo possa accadere mantenendo un livello di continuità del servizio adeguato non bastano le reti ma bisogna agire anche sullo stoccaggio di energia". Cosa occorre quindi? "Il tempo è essenziale, bisogna accelerare i processi autorizzativi, così creiamo le condizioni per agevolare la transizione. Poi serve una agevolazione per i finanziamenti europei".

Venezia, Alessandro Benetton si racconta all’evento organizzato da Marketers

Lo scorso dicembre, presso il Dipartimento di Management dell'Università Ca' Foscari di Venezia, Alessandro Benetton ha partecipato al Marketers Talk organizzato dall'omonimo Club, raccontando agli studenti le esperienze di vita che hanno influito sulla sua carriera da imprenditore.
Alessandro Benetton

Il valore della discontinuità: l'intervento di Alessandro Benetton alla Marketers Talk della Ca' Foscari

Nato nel 2012, il Marketers Club dell'Università Ca' Foscari di Venezia offre agli oltre 700 soci, tra studenti e alunni, la possibilità di organizzare eventi dedicati al mondo del business e in particolare del settore marketing. Il 13 dicembre scorso Alessandro Benetton è stato protagonista di un talk organizzato dall'associazione presso l'Aula Magna del campus economico dell'Università: il fondatore di 21 Invest ha avuto l'opportunità di condividere la propria storia, partendo dagli studi fino ad arrivare alle scelte che hanno inciso sulla sua visione imprenditoriale. Fin dai primi minuti del suo intervento, Benetton si sofferma sui passaggi principali che hanno avuto un forte significato di discontinuità: "Quando sono andato a Boston per laurearmi, ho intuito che quell'atto di piccolo coraggio (non esisteva internet, non c'erano i semestri all'estero) era l'occasione per un'esperienza personale che poteva fare la differenza". L'imprenditore entra quindi alla Goldman Sachs di Londra, il primo italiano ad essere assunto nella banca d'affari statunitense, e successivamente perfeziona gli studi ad Harvard, dove è tesista di Michael Porter: "A quel tempo Porter era uno sconosciuto: al secondo anno vengo affascinato dalla visione 'laterale' del suo teorema, un momento di discontinuità, perché parte dall'osservazione per arrivare ad una conclusione, una sorta di pioniere della big data analysis". Tornato in Italia, nel 1992 tenta di mettere a frutto la sua nuova visione imprenditoriale per alcune aziende acquisite dal Gruppo Benetton nel settore degli articoli sportivi: "Grazie alla tesi con Porter capii che in quegli anni aziende simili ma operanti in diversi settori stavano iniziando ad affrontare la distribuzione di massa, costringendole al cambiamento: decido quindi di portare questo cambiamento anche nelle aziende appena acquisite, rendendomi conto di andare contro la logica, visti i loro ricavi già consistenti: il giorno in cui annuncio la mia intuizione mi rendo conto di essere un vero imprenditore". Il Gruppo tuttavia non accoglie la proposta di Alessandro Benetton, che decide così di creare 21 Invest, primo operatore italiano di private equity, andando "a caccia del cambiamento": "Incominciai a guardare il cambiamento come creazione di valore, un insegnamento che parte da un'osservazione semplicissima, ossia che, al di là della tipologia di settore, al centro c'è l'uomo e la sua natura umana. Un imprenditore che arriva alla fine del suo ciclo, qualsiasi sia il motivo, avrà le stesse reazioni: rifiuto del cambiamento e tentativo di mantenere intatta la sua 'eredità manageriale'. Ogni fase del successo di 21 Invest parte da questo presupposto, ossia il cambiamento come fonte di valore".

La carriera di Alessandro Benetton, un harvardiano su Youtube

Trevisano, classe 1964, Alessandro Benetton inizia la sua carriera alla Goldman Sachs di Londra in seguito alla laurea in Business Administration all'Università di Boston: dopo due anni presso la banca di investimenti statunitense, riesce a frequentare e ad ottenere un master ad Harvard, dove è studente di Michael Porter. Nel 1988 diventa Presidente della scuderia di Formula 1 della famiglia, la "Benetton Formula", che grazie alla sua guida ottiene numerosi successi, tra cui 26 Gran Premi. Nel 1992 si stacca dal Gruppo Benetton e fonda 21 Invest (in origine 21 Investimenti), operatore italiano di private equity incentrato nel mid-market europeo: tra i numerosi successi aziendali l'acquisizione del Gruppo Pittarosso e la sua successiva cessione a Lion Capital, o ancora la crescita di "Forno d'Asolo" che ha visto raddoppiare fatturato e dipendenti grazie alla diffusione del marchio italiano. Con una lunga carriera alle spalle e diversi riconoscimenti ottenuti, nel 2018 Alessandro Benetton decide di condividere la sua esperienza imprenditoriale attraverso la creazione di una rubrica Youtube dal titolo #UnCaffèConAlessandro, un appuntamento settimanale in cui, attraverso brevi video, l'imprenditore esprime le sue opinioni sul mondo del business, dello sport, dell'arte e dell'attualità.

martedì 4 febbraio 2020

Bloomberg riconferma Terna nel Gender Equality Index 2020: le parole dell’AD e DG Luigi Ferraris

L'AD e DG Luigi Ferraris commenta la riconferma di Terna nel Bloomberg Gender Equality Index (GEI) sottolineandone in particolare il valore e cosa significhi per il Gruppo.
Luigi Ferraris: AD Terna

Terna per il secondo anno consecutivo nel Bloomberg Gender Equality Index: l'annuncio dell'AD e DG Luigi Ferraris

Bloomberg continua a premiare l'impegno di Terna per la parità di genere, la qualità e la trasparenza nella rendicontazione pubblica. Il Gruppo guidato da Luigi Ferraris è stato infatti riconfermato nel Bloomberg Gender Equality Index (GEI), l'indice internazionale che misura le performance raggiunte dalle aziende in questi ambiti. Per le società attive nel sostenere la parità di genere attraverso lo sviluppo, la rappresentanza e la trasparenza delle politiche si tratta di un riconoscimento davvero importante. I risultati raggiunti sul fronte dell'uguaglianza di genere vengono misurati in base a cinque parametri: leadership femminile e pipeline di talenti, parità di retribuzione tra uomini e donne, cultura inclusiva, politiche sulle molestie sessuali e marchio a favore delle donne. Nel 2020 Bloomberg ha ampliato l'idoneità per l'inclusione nell'indice a quasi 6.000 aziende in 84 paesi e regioni. Per Terna, che Luigi Ferraris guida dal 2017 in qualità di Amministratore Delegato e Direttore Generale, è il secondo anno consecutivo nell'indice GEI.

Luigi Ferraris: la parità di genere un tassello fondamentale nella gestione sostenibile di Terna

"Sono molto soddisfatto di questa conferma nel Bloomberg GEI" ha commentato in merito l'AD e DG Luigi Ferraris, sottolineando i numeri registrati da Terna: una performance quella di quest'anno superiore alla media sia in relazione alle società incluse nell'indice che al sottoinsieme delle aziende del settore Utilities. In particolare, il Gruppo ha totalizzato un punteggio di 100/100 nella dimensione della disclosure, a riconferma dei progressi raggiunti sul fronte della trasparenza e della qualità nella rendicontazione, caratteristiche distintive delle sue politiche di sostenibilità. Terna, infatti, monitora costantemente i principali indicatori di gender equality suggeriti dagli standard GRI-Global Reporting Initiative insieme a una serie di parametri gestionali, per certificare la parità di trattamento tra uomini e donne, come sancito dal Codice Etico del Gruppo. È lo stesso Luigi Ferraris a ribadirlo, evidenziando come il Bloomberg GEI riconosca "l'importanza e l'attenzione che Terna attribuisce alla parità di genere come tassello fondamentale di una gestione sostenibile".

1.800 MW di potenza fotovoltaica, F2i diventa leader dell’energia solare in Europa

Con l'accordo raggiunto con Cerberus Capital Management, F2i , il maggiore fondo infrastrutturale italiano, rileva 1.000 Megawatt di potenza solare dall'operatore solare iberico Renovalia, diventando così il principale operatore nel panorama del fotovoltaico europeo.
F2i

F2i leader dell'energia solare grazie all'acquisizione di Renovalia

L'acquisizione dell'operatore spagnolo Renovalia, avvenuta lo scorso dicembre, è stata realizzata per mezzo della controllata EF Solare e permette al fondo guidato da Renato Ravanelli di salire in cima alla classifica dei produttori di energia fotovoltaica in Europa. I 1.000 Megawatt di potenza solare acquisita derivano da nove impianti fotovoltaici già operativi, che forniscono una potenza totale di 102 Megawatt, e da altri 850 relativi a progetti in fase di implementazione. In una nota rilasciata a margine dell'acquisizione, F2i ha sottolineato che i 1.000 Megawatt rilevati da Renovalia vanno a sommarsi agli 853 già posseduti in Italia da EF Solare, arrivando così a controllare una potenza fotovoltaica totale di oltre 1.800 Megawatt. Attivo anche nella produzione di energia eolica, il Fondo amplia così il suo sviluppo nel mondo delle energie rinnovabili e accresce in tal modo la propria dimensione, confermando la posizione di maggiore operatore italiano e conquistando quella di leader europeo.

La storia del più grande gestore italiano di fondi infrastrutturali, F2i

F2i - Fondi Italiani per le Infrastrutture è una Società di Gestione del Risparmio (SGR) costituita nel 2007. Tra i propri azionisti di riferimento può contare importanti banche italiane, Istituzioni, primari Istituti di credito, Fondazioni bancarie e Casse di previdenza. F2i è al centro della costituzione del maggiore fondo chiuso in Italia, nonché uno dei più grandi in Europa. Realizzato nel 2007, il Primo Fondo è stato autorizzato dalla Banca d'Italia e ha raccolto 1.852 milioni di euro, la maggior parte dei quali investiti in vari comparti infrastrutturali, con quote di controllo all'interno di importanti aziende come 2i Rete Gas, Alerion Clean Power, HFV, Gesac, Infracis, Metroweb, Sagat e una quota di rilievo in SEA. Il Secondo Fondo è stato avviato nel luglio del 2012 ed ha avuto un obiettivo di raccolta di 1.200 milioni di euro, una parte dei quali (775 milioni) già sottoscritti. Tale Secondo Fondo ha già permesso di investire in 2i Rete Gas, SIA, SEA (seconda tranche) e TRM. Il Terzo Fondo, che ha assorbito le partecipazioni del Primo, è stato avviato nel 2017. Attualmente, Renato Ravanelli e Massimiliano Cesare ricoprono, rispettivamente, i ruoli di Amministratore Delegato e Presidente di F2i.