mercoledì 17 giugno 2020

Gruppo Riva riapre le porte dello stabilimento di Riva Acciaio a Lesegno

Riva Acciaio, facente parte di Gruppo Riva, ha riaperto i battenti dello stabilimento di Lesegno: anche il Sindaco si è dichiarato soddisfatto per la ripresa di quello che rappresenta, di fatto, il cuore tecnologico dell'azienda e un polo produttivo fondamentale per il territorio.
Gruppo Riva

Gruppo Riva: la riapertura a Lesegno

Un'Italia riconosciuta a livello europeo per la qualità dei prodotti e la spinta imprenditoriale, che è ansiosa di ripartire: questo rappresenta Gruppo Riva. Lo stabilimento di Lesegno di Riva Acciaio, società controllata dalla capogruppo Riva Forni Elettrici, ha riaperto i battenti in seguito alla riduzione delle misure restrittive conseguenti all'emergenza sanitaria. Le nuove norme della Fase 2, in vigore dal 4 maggio, hanno permesso la riapertura dello stabilimento che rappresenta, di fatto, il polo produttivo tra i più importanti sul territorio. Il cuore tecnologico dell'azienda occupa oltre 300 persone: per garantire la sicurezza dei lavoratori, Gruppo Riva ha garantito la distanza di sicurezza, oltre ad effettuare quotidianamente la rilevazione della temperatura corporea a tutti i dipendenti interni ed esterni mediante il supporto della Croce Rossa e l'utilizzo di termoscanner. Per consentire la ripartenza del Paese, è essenziale riaprire le attività all'interno di cantieri edili e fabbriche, ma questa ripresa deve garantire tutte le misure necessarie per tutelare la salute dei lavoratori e contenere la diffusione del virus. La salute e la formazione degli operatori è da sempre al centro dell'identità e dei valori aziendali di Gruppo Riva, che si contraddistingue per la specializzazione e il know-how dei suoi dipendenti.

Il successo di Gruppo Riva

Gruppo Riva rappresenta il principale operatore siderurgico italiano, riconosciuto nel settore anche a livello europeo. Fondato nel 1954, è storicamente specializzato nella realizzazione di prodotti "lunghi" con acciaierie ad arco elettrico. Nel 1956 Riva decide di passare alla produzione diretta dell'acciaio, avviando l'anno successivo il primo stabilimento a Caronno Pertusella. Gli anni '60 rappresentano un periodo fondamentale per la rinascita del settore siderurgico e sono segnati dalla nuova tecnica produttiva della colata continua. Il successo di Gruppo Riva si basa sull'innovazione, sulla ricerca e sviluppo, nonché sulle acquisizioni a livello europeo. Alla fine degli anni '60 l'azienda produce 300mila tonnellate di acciaio all'anno, basandosi su valori quali flessibilità, specializzazione e una struttura "orizzontale". Precursore nell'espansione commerciale delle miniacciaierie nel mondo, il Gruppo investe massicciamente su tecnologia, automazione e computerizzazione degli impianti. Oggi Gruppo Riva impiega circa 5.600 dipendenti e operai, dislocati in 21 siti produttivi in Italia, Francia, Germania, Belgio, Spagna e Canada.

Renato Ravanelli: l’acquisizione di CFI, il valore dell’operazione per F2i

Il Fondo Ania-F2i acquisisce Compagnia Ferroviaria Italiana, il principale operatore indipendente in Italia nel trasporto merci via ferrovia: per l'AD Renato Ravanelli si tratta di "un settore essenziale al servizio del sistema produttivo nazionale".
Renato Ravanelli

Renato Ravanelli: prima operazione del Fondo Ania-F2i, il quarto di F2i SGR

Il Fondo Ania-F2i annuncia l'acquisizione di Compagnia Ferroviaria Italiana (CFI), che con 230 dipendenti e un fatturato di 64 milioni di euro muove ogni settimana 170 treni connettendo le aree più produttive del Paese. Si tratta della prima operazione realizzata dal nuovo Fondo Ania F2i, il quarto gestito dalla società che dal 2014 annovera Renato Ravanelli nel ruolo di Amministratore Delegato. Il Fondo Ania F2I ha quindi acquistato il 92,5% del capitale della società, mentre il restante 7,5% resterà in mano a Giacomo Di Patrizi, che nel 2007 le ha dato vita e che manterrà la carica di AD. Con l'ingresso in Compagnia Ferroviaria Italiana (CFI), F2i entra nel settore del trasporto ferroviario dopo gli investimenti infrastrutturali in porti, aeroporti, autostrade, reti di distribuzione energetica, energie rinnovabili, reti e servizi di telecomunicazione, infrastrutture socio-sanitarie, arrivando a gestire complessivamente 19 società, con un fatturato aggregato di circa 4,3 miliardi di euro e 19mila dipendenti.

F2i SGR: il commento dell'AD Renato Ravanelli sull'acquisizione di Compagnia Ferroviaria Italiana

"La filosofia di investimento di F2i è quella di creare un campione nazionale indipendente, efficiente e capace di realizzare economie di scala, anche aggregando ulteriori operatori, e sviluppare progetti intermodali con altri asset del Fondo, quali i porti merci, settore nel quale F2i ha recentemente investito" ha spiegato in merito l'AD della SGR Renato Ravanelli, sottolineando il valore dell'operazione. In CFI "abbiamo individuato un operatore ben posizionato per perseguire questa strategia in continuità con quanto realizzato sino ad oggi dalla Società" ha aggiunto l'AD ricordando come il settore del trasporto ferroviario sia "essenziale per il sostegno del sistema produttivo nazionale e allo stesso tempo determinante per contribuire alla progressiva decarbonizzazione dell'attività di trasporto merci in Italia". Per riprendere le parole di Renato Ravanelli, il trasporto merci via ferrovia si configura attualmente come un settore in ascesa grazie al sempre maggiore trasferimento del trasporto merci da gomma a ferrovie, in linea con gli obiettivi europei e italiani di decarbonizzazione dell'economia.

Nicola Volpi, il percorso professionale nel settore del Private Equity

Più di 30 anni nel mondo degli investimenti e una profonda conoscenza delle dinamiche del Private Equity: Nicola Volpi è socio co-fondatore e ricopre la carica di Amministratore Delegato di Movidea.
Nicola Volpi

La fondazione di Movidea e gli ultimi incarichi di Nicola Volpi

Attiva in ambito italiano e internazionale, Movidea è una società di investimento specializzata nel settore dei beni e dei servizi nel lusso. Nicola Volpi, co-fondatore nel 2013 insieme a Emilio Petrone, vanta oltre 30 anni di esperienza nel settore del Private Equity. Uno dei primi investimenti del professionista attraverso la società è stato l'ingresso nel capitale di Pagani Automobili S.p.A., nota casa automobilistica italiana specializzata in vetture sportive di lusso, della quale è ancora oggi Membro del Consiglio d'Amministrazione. Tra il 2014 e il 2018 Nicola Volpi ha fatto parte del CdA della società sportiva FC Internazionale S.p.A. con contributi nell'area finanza straordinaria, organizzazione e pianificazione strategica.

L'esperienza di Nicola Volpi in Permira

Le competenze di Nicola Volpi nel settore del Private Equity derivano da esperienze professionali di collaborazione con diverse realtà riconosciute a livello internazionale. Dopo aver completato il suo percorso formativo conseguendo una laurea in Business Administration e un Master in Finanza rispettivamente presso l'Università Luigi Bocconi di Milano e la SDA Bocconi School of Management, lavora inizialmente come analista finanziario per Sefimeta S.p.A., per poi entrare in Sanpaolo Finance S.p.A. dove, in qualità di Re per circa 8 anni organizza le prime operazioni di Buy-Out realizzate in Italia. Diventa successivamente partner di Schroder Ventures Italy, per poi contribuire insieme ad altri soci a fondare nel 1999 il Private Equity Permira. Permira si affermerà negli anni successivi come una delle principali case di Private Equity nel mondo. Divenuto nel 2005 Amministratore Delegato di Permira Associati S.p.A., è stato anche Membro dell'Executive Committee che guida Permira nel mondo.

Proposte per la scuola, il giudizio di Marco Durante

Marco Durante è Presidente e Fondatore di LaPresse S.p.A., noto provider italiano di multimedia content.
Marco Durante

Marco Durante: "Attenzione alla deriva dei rapporti sociali"

La riapertura delle scuole è uno degli argomenti più scottanti delle ultime settimane: l'emergenza sanitaria ha infatti riportato a galla tutti i problemi che il sistema scolastico italiano accusa da anni, come ad esempio la mancata stabilizzazione dei precari e il numero di alunni in ogni classe. I protocolli di sicurezza che dovranno essere implementati rendono la situazione ancora più complessa: "La Commissione Scientifica sembra avere le idee chiare - commenta Marco Durante, Presidente di LaPresse S.p.A., durante l'appuntamento settimanale organizzato dal provider - mentre credo che non si possa dire altrettanto del Ministro". Il Fondatore dell'agenzia si riferisce ad una delle ultime voci circolate nel dibattito politico, che paventavano l'ipotesi di introdurre barriere di plexiglas nelle classi come divisorio per limitare i rischi di contagio. La questione ha suscitato numerose polemiche, sia nell'opposizione che nell'opinione pubblica, tali da indurre il Ministro dell'Istruzione a comunicare in fretta e furia un dietrofront del Governo. "Mettere divisori invece di utilizzare le mascherine credo che allontanerebbe ancora di più i nostri bambini dai rapporti sociali: qui si sta pensando solo alla didattica ma non appunto ai rapporti che nascono naturalmente tra gli alunni. È veramente complicato - conclude Marco Maria Durante - c'è il rischio di andare alla deriva".

Marco Durante: la biografia del Fondatore di LaPresse S.p.A.

Nato a Torino nel 1962, Marco Durante si dedica inizialmente allo sport, sua grande passione: ottiene l'abilitazione come insegnante dell'ISEF, diventa docente presso la cattedra di nuoto di Torino, arrivando poi ad allenare la squadra di Serie C della sua città. Completa la sua formazione conseguendo un master in discipline sportive in Francia presso l'Université Claude Bernard Lyon 1. Parallelamente si dedica all'Economia, studiando Business Administration all'estero (Toronto e New York), per poi laurearsi con pieni voti in Giurisprudenza all'Università di Napoli/Pegaso, dove ottiene la cattedra di docente di Strategie di Comunicazione d'Impresa presso la Facoltà di Economia Aziendale. La sua prima esperienza diretta nella Comunicazione è presso Publifoto Torino, una delle prime realtà di fotogiornalismo in Italia: nel 1994 decide di rivoluzionare l'agenzia e fonda LaPresse S.p.A. In 25 anni di esperienza, Marco Durante la porta a diventare la prima agenzia di stampa multimedia italiana e fornitore di contenuti (foto, video e testi) per oltre il 90% del mercato italiano dedicato al settore.

CDP e Gruppo BEI a sostegno delle imprese: il commento di Fabrizio Palermo

Intervenuto in video nel corso della riunione congiunta delle Commissioni Bilancio ed Economica del Parlamento Europeo, Fabrizio Palermo ha espresso soddisfazione per la proficua interazione in atto tra CDP, il Gruppo da lui guidato, e le istituzioni dell'Unione Europea, in particolar modo la Banca Europea per gli Investimenti.
Fabrizio Palermo

Fabrizio Palermo: guardare all'Europa per fronteggiare la crisi

"Nell'attuale contesto di crisi è fondamentale sfruttare tutte le possibili sinergie con le istituzioni europee, in particolare la BEI": sono le parole di Fabrizio Palermo, Amministratore Delegato e Direttore Generale di CDP, che ha sottolineato l'importanza della collaborazione con le istituzioni UE in un'ottica di rilancio dell'economia e del comparto industriale su scala nazionale e continentale. "Sono davvero lieto di affermare che il nostro rapporto con il gruppo BEI è forte e fruttuoso", ha proseguito, spiegando che "nel 'Piano Juncker' abbiamo attivato una vasta gamma di iniziative per sostenere le infrastrutture, l'innovazione e le PMI". Il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, da sempre impegnato nel supportare il sistema Italia e, ora più che mai, nell'affiancare il Paese durante la ripartenza, ha infatti previsto ingenti investimenti nei settori strategici per il rilancio dell'economia. "Per quanto riguarda le infrastrutture e l'innovazione", ha specificato Fabrizio Palermo, "abbiamo lanciato quattro piattaforme di investimento, per investimenti fino a nove miliardi". Numeri notevoli, dunque, finalizzati da un lato a contenere la crisi economica e dall'altro a fornire supporto alla ripartenza: "Queste iniziative hanno ottenuto risultati significativi, come la costruzione di infrastrutture strategiche tra cui le autostrade", ha detto l'AD e DG del Gruppo, "e il finanziamento di importanti progetti nel campo della ricerca e dello sviluppo, con particolare attenzione al Sud Italia".

Gli incarichi manageriali di Fabrizio Palermo

Laureato in Economia e Commercio presso l'Università La Sapienza di Roma, prima di approdare in Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo ha ricoperto significativi ruoli manageriali in Fincantieri: dal 2005 è stato infatti Direttore Business Development e Corporate Finance e in seguito Chief Financial Officer e Vice Direttore Generale, prendendo parte all'importate acquisizione di Manitowoc Marine Group. Nel 2014 avviene il suo ingresso in CDP, società partecipata in larga misura dal Ministero dell'Economia e delle Finanze: in quell'anno Fabrizio Palermo riceve l'incarico di Direttore Finanziario del Gruppo, a cui segue, nel 2018, la nomina ad Amministratore Delegato e successivamente Direttore Generale. Sotto la sua gestione, il Gruppo ha lanciato il Piano Industriale 2019-2021, che prevede investimenti per un totale di circa 200 miliardi di euro, e ha avviato attività in ambito internazionale, come quella attuata con Unicredit e finalizzata all'internazionalizzazione delle aziende italiane presenti in Cina. La sua visione manageriale ha inoltre condotto CDP al conseguimento di riconoscimenti di rilievo, tra cui il Top Employers Italia nel 2019 e nel 2020. Tra i suoi incarichi correnti, dal 2017 Fabrizio Palermo è Membro della Commissione Italo-Francese per il progetto di alleanza tra Fincantieri e Naval Group.

Open Fiber: l’AD Elisabetta Ripa al Business Tech Forum organizzato da “Il Sole 24 Ore”

Durante la pandemia la rete italiana ha sostenuto con successo l'aumento del traffico, che ha toccato picchi del 100% in più per quanto riguarda il download. Lo ha confermato Elisabetta Ripa, Amministratore Delegato di Open Fiber, che ora punta ad ampliare ulteriormente la copertura.
Elisabetta Ripa, AD Open Fiber

Elisabetta Ripa: la pandemia, una sfida vinta per Open Fiber

"È necessario accelerare per mettere il Paese nelle condizioni di lavorare a distanza. Le esigenze che abbiamo vissuto in queste settimane hanno reso plastica la necessità di avere una rete ad alta capacità e quindi prestazione che con le vecchie tecnologie non esistono più". Così si è espressa Elisabetta Ripa, Amministratore Delegato di Open Fiber, durante il suo intervento al Business Tech Forum organizzato da "Il Sole 24 Ore". L'AD ha riflettuto sulla situazione che si è venuta a creare durante la pandemia, che ci ha portati a comprendere quanto il Paese abbia bisogno di una struttura in fibra efficiente. "Le reti", ha spiegato Elisabetta Ripa, "hanno retto e supportato dei picchi di traffico importante, con incrementi dell'ordine del 70% e del 100% in certi contesti, per quanto riguarda il download". Si tratta di una prova di resistenza superata, che però ha confermato l'importanza dell'evoluzione tecnologica. Bisogna farsi trovare pronti e lavorare in anticipo con lungimiranza: "Questo Paese ha bisogno di accelerare sulle infrastrutture in fibra".

Elisabetta Ripa illustra il piano industriale aggiornato

Durante l'emergenza è risaltato un elemento fondamentale per qualsiasi settore: la collaborazione. Anche Open Fiber ha scelto un modello collaborativo nonostante i competitor: "Lavoriamo a stretto contatto con tutti gli operatori come Vodafone, Wind, Fastweb e Tiscali", ha specificato Elisabetta Ripa. Risulta infatti fondamentale riutilizzare le strutture degli altri per garantire un servizio unitario e innovativo. Open Fiber ha reso noto di aver aggiornato il piano industriale ampliando gli obiettivi di copertura, in modo da realizzare una rete italiana "a prova di futuro" per i prossimi 50 anni. "L'aggiornamento del piano si muoverà lungo tre direttrici: l'ampliamento delle coperture alle aree grigie e distretti industriali, l'accelerazione nelle aree oggetto di intervento e infine i nuovi servizi legati alla connettività". Elisabetta Ripa ha sottolineato che Open Fiber si impegna ad allargare il perimetro del suo piano per avere flessibilità e garantire il diritto ad una rete internet di ultima generazione, grazie anche alla collaborazione tra pubblico e privato, nel minor tempo possibile.

mercoledì 3 giugno 2020

La carriera di Roberto Casula nel settore energetico

Dopo una Laurea in Ingegneria Mineraria e l'esordio professionale in Agip, Roberto Casula ha intrapreso una lunga carriera in Eni, ricoprendo ruoli apicali nel Gruppo energetico italiano.
Roberto Casula

I primi incarichi professionali di Roberto Casula

Nato a Cagliari nel 1962, Roberto Casula completa il proprio percorso universitario nel 1988 conseguendo la Laurea in Ingegneria Mineraria presso l'Università della città, a cui succede l'abilitazione alla professione di Ingegnere. Avvia il percorso professionale nel comparto energetico presso Agip S.p.A., dove è impiegato come Reservoir Engineer fino al 1991. Qui, si occupa inizialmente delle prove di produzione e dell'acquisizione dati sui pozzi, per poi concentrarsi, in un secondo momento, sull'ambito del reservoir modelling (supervisione della modellizzazione numerica del comportamento dinamico dei giacimenti petroliferi). Nel 1992, Roberto Casula si trasferisce all'estero, in Angola, dove viene nominato Reservoir Engineer e Petroleum Engineer della consociata Agip Angola Ltd, presso cui è incaricato della gestione delle operazioni di mantenimento e sviluppo. Rientrato in Italia nel 1997, assume l'incarico di Development and Production Coordinator, operando negli uffici di San Donato Milanese come Responsabile delle operazioni svolte da Eni nelle zone dell'Africa Occidentale e dell'Asia Centrale in cui è presente il Gruppo.

I ruoli di responsabilità di Roberto Casula in Eni

Gli incarichi in ambito internazionale conducono Roberto Casula a intraprendere ulteriori esperienze di successo nel settore dell'energia: nel 2000 è in Iran in qualità di Responsabile dei Servizi Tecnici di progetto e, a Teheran, è nominato Project Director delle fasi 4 e 5 del piano Giant South Pars Gas. Rientrato in Italia nel 2004, coordina le attività di esplorazione del territorio siciliano in qualità di Managing Director (Eni Mediterranea Idrocarburi S.p.A.), per poi ripartire, in seguito, alla volta di Tripoli, in Libia, dove è prima Managing Director per il Nord Africa e poi Senior Vice President della Regione Sub-Sahariana. Sono anni decisivi per la svolta professionale: in questo periodo, infatti, viene nominato Executive Vice President, divenendo dal 2011 Responsabile delle attività svolte dal Gruppo nei territori africani e mediorientali. Il 2014 è un altro anno decisivo per la carriera di Roberto Casula: assume, infatti, la carica di Chief Development, Operations & Technology Officer di Eni S.p.A., un ruolo a diretto riporto dell'Amministratore Delegato, e gli viene affidato il coordinamento della Direzione Tecnica e delle attività svolte all'interno di Eni, nello specifico per compiti tecnici, operativi, progettuali e di ricerca e sviluppo.

Il Presidente Marco Maria Durante: la quotazione a Wall Street nel futuro di LaPresse S.p.A.

LaPresse S.p.A. sempre più internazionale: lo sbarco a Wall Street entro il 2021 e l'apertura di 24 uffici di corrispondenza all'estero tra i progetti annunciati dal fondatore e Presidente Marco Maria Durante.
Marco Maria Durante

Marco Maria Durante: LaPresse S.p.A. a Wall Street nel 2021, il valore dell'operazione

LaPresse S.p.A. si quoterà a Wall Street nei primi mesi del 2021. Lo ha annunciato Marco Maria Durante, fondatore e Presidente dell'agenzia sottolineando come questo sia l'unico modo per crescere nel settore. Il piano di quotazione, avviato nell'ottobre scorso, ha subito un rallentamento a causa dell'emergenza Coronavirus: è stato ripreso due settimane fa e "se ora tutto procede bene sbarcheremo a Wall Street nei primi mesi del 2021". L'operazione fa parte del più ampio progetto di internazionalizzazione del business, orientato a conferire a LaPresse S.p.A. una connotazione globale. Rientra in questa prospettiva anche l'accordo siglato lo scorso anno con Associated Press per la distribuzione esclusiva in Italia di foto, testi, video. Una tappa importante nella strategia di crescita dell'agenzia, che ora ha in cantiere l'apertura di 24 uffici di corrispondenza, a Londra, Madrid, Dubai, Singapore e Sydney, come spiega il Presidente Marco Maria Durante: "Deloitte ci sta aiutando sia per la quotazione sia nell'organizzazione di questo piano. Nelle varie sedi avremo nostri fotografi, video-operatori e giornalisti che dirameranno le notizie dall'Italia, grazie ad AP, e sempre con l'agenzia che ci ospita diffonderemo tutto quanto riguarda quei Paesi".

L'informazione nell'emergenza Coronavirus: le considerazioni di Marco Maria Durante

Fondata nel 1994 da Marco Maria Durante insieme al fratello Massimo, LaPresse S.p.A., storica agenzia fotografica torinese, è cresciuta negli anni diventando oggi il più internazionale dei multimedia content provider italiani. Diverse intuizioni, tra cui quella di inaugurare il formato delle videonews in Italia, si sono rivelate determinanti nell'imprimere una significativa svolta all'intero settore: "In pratica siamo diventati i primi, in Italia, ad avere teche video, oltre a quelle della Rai, e possediamo il più grande archivio di foto in Europa. E così forniamo i nostri contenuti a oltre il 90% del mercato editoriale e broadcast del Paese". Oggi l'innovativo piano di rilancio arriva in uno dei momenti più delicati per l'editoria: "In questo settore, però il nostro mondo è quello che ha sofferto meno. Palazzo Chigi, tra l'altro, ha appena rinnovato, fino al 30 giugno 2021, l'accordo con le agenzie di stampa. Stiamo meglio dei giornali, anche perché, durante il lockdown, la gente si è abituata a informarsi su Internet, che è cresciuto tantissimo. E anche la pubblicità è andata meglio sul web". E come rileva il Presidente Marco Maria Durante l'emergenza è servita a rimarcare il valore dell'editoria, riportando al centro l'autorevolezza dell'informazione: "Chi cerca verità e autorevolezza va sui siti che conosce e non sui social media. Si stava imponendo, da un po' di tempo, una tendenza negativa, quella che poneva i social in una posizione di privilegio anche nell'informazione. Il Covid-19 ha invece premiato l'autorevolezza, marginalizzando tutto quello che sono social e influencer. Un'agenzia seria, in proposito, non può far circolare notizie prese dai social. E anche i nostri politici sbagliano nel puntare su questi circuiti. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità ed esporle pubblicamente".

Gruppo Enel: focus sulla carriera del dirigente Claudio Machetti

Claudio Machetti è Amministratore Unico di Global Trading S.p.A. e Direttore della Global Trading Business Line di Enel dal 2014. Il manager ha alle spalle una carriera di successo in Banco di Roma e Ferrovie dello Stato.
Claudio Machetti

Claudio Machetti: i primi anni della carriera

Originario di Roma, Claudio Machetti consegue la maturità classica presso il liceo "Tito Lucrezio Caro", frequenta la facoltà di Scienze Statistiche presso l'Università La Sapienza e si laurea nel 1982. La sua carriera inizia presso il Banco di Roma. Impiegato nella filiale di Milano, viene trasferito alla Direzione Centrale di Roma nel 1984, dove lavora come analista finanziario e cura l'analisi del merito di credito dei grandi gruppi industriali italiani. Si specializza in equity e opera nella Direzione Finanziaria presso l'ufficio Analisi Finanziarie. Nel 1990 viene nominato Responsabile del Nucleo Analisti Finanziari. Passa a Ferrovie dello Stato nel 1992. Claudio Machetti dirige inizialmente l'Unità Mercati Finanziari, per poi diventare Direttore della Finanza Operativa (1996). Collabora negli stessi anni alla nascita di Fercredit, società captive di servizi finanziari, di cui diventerà in seguito Amministratore Delegato. Appassionato di storia, filologia classica e matematica.

Claudio Machetti: la carriera in Enel

Claudio Machetti è oggi Amministratore Unico di Enel Global Trading S.p.A. e Direttore della Global Trading Business Line del Gruppo dal 2014. Inizia la sua crescita professionale in Enel nel 2000 in qualità di responsabile dell'Area Finanza. Nel 2005 è nominato Direttore Finanziario, ruolo che ricopre fino al 2009. È stato Direttore della funzione Risk Management e Consigliere di Amministrazione di Endesa, Terna e Wind, oltre che di numerose altre società del Gruppo Enel. Claudio Machetti è stato Presidente di FondEnel e di Fopen, i due fondi pensione del personale Enel. A metà del 2014, in seguito a una ristrutturazione del gruppo, viene incaricato di guidare la Direzione Global Trading, una delle Business Line, con il compito di gestire il sourcing di carbone, gas e olio combustibile, il dispacciamento degli impianti di generazione e l'operatività sui mercati all'ingrosso di gas ed energie elettrica in tutti i Paesi dove Enel opera.

Eni, Report Sostenibilità 2019: le considerazioni dell’AD Claudio Descalzi

La transizione energetica e la decarbonizzazione, i diritti umani, lo sviluppo locale: l'impegno di Eni nel report di sostenibilità 2019, presentato dall'AD Claudio Descalzi.
Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: 'Eni for - A just transition 2019', l'importanza della sostenibilità per il gruppo

Il quattordicesimo report di sostenibilità di Eni parla chiaro: l'impegno sul fronte dello sviluppo sostenibile porta a risultati concreti ed è destinato a rafforzarsi, nonostante lo scenario complesso in cui il gruppo è chiamato a muoversi oggi. "Il momento storico che stiamo attraversando sta mettendo sul nostro cammino sfide complesse, ma siamo convinti che dalle difficoltà possano nascere nuove opportunità" ha sottolineato l'AD Claudio Descalzi nell'introdurre 'Eni for - A just transition 2019', il report che illustra i più recenti risultati della trasformazione avviata dall'azienda negli ultimi 6 anni oltre ai nuovi impegni definiti nel Piano Strategico di Lungo Termine al 2050. Qualche numero: la riduzione dell'intensità delle emissioni di gas a effetto serra (-27% rispetto al 2014 in linea con il target di -43% al 2025); il calo delle emissioni fuggitive di metano (-44% rispetto al 2018), che ha permesso il raggiungimento con 6 anni di anticipo del target al 2025 di riduzione dell'80% rispetto al 2014; lo sviluppo di tecnologie, in particolare nel settore delle fonti rinnovabili (biocarburanti e solare); la formazione in materia di diritti umani per un totale di 25.845 ore erogate; la verifica e valutazione di circa 6.000 fornitori in tema di sostenibilità ambientale e sociale (es. salute, sicurezza, ambiente, diritti umani, anti-corruzione, compliance); gli investimenti per lo sviluppo locale (circa 95,3 milioni). E per i prossimi anni il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha individuato tre aree di intervento prioritarie: neutralità carbonica nel lungo termine, modello per l'eccellenza operativa e alleanze per lo sviluppo locale.

Claudio Descalzi: l'impegno di Eni a favore della sostenibilità ancora più forte oggi

Il percorso di trasformazione intrapreso da Eni negli ultimi sei anni, ispirato agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, ha portato a un nuovo modello di business che ha permesso alla società dell'energia di diventare "più semplice, veloce e resiliente" e di integrare la sostenibilità in ogni attività. Come evidenzia l'AD Claudio Descalzi, "gli impegni che abbiamo preso per portare avanti il processo di trasformazione sono ancora più forti oggi, così come la nostra determinazione al contrasto del cambiamento climatico e il nostro sforzo per una transizione energetica equa, che tenga conto di tutti i fattori in gioco: dalla necessità di ridurre l'impronta carbonica nella direzione dell'Accordo di Parigi all'esigenza di uno sviluppo globale della collettività". Non a caso il report include anche un documento incentrato esclusivamente sul percorso di neutralità carbonica nel lungo termine: tra gli obiettivi della nuova strategia l'azzeramento delle emissioni nette GHG scope 1 + scope 2 entro il 2040 e il raggiungimento al 2050 di una riduzione dell'80% delle emissioni nette GHG sull'intero ciclo di vita dei prodotti energetici (comprensive di emissioni scope 1, scope 2 e scope 3), oltre la soglia del 70% indicata dall'Agenzia Internazionale dell'Energia nello Scenario di Sviluppo Sostenibile (SDS), compatibile con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi. Non solo: in linea con quanto più volte espresso anche dall'AD Claudio Descalzi in merito alla valorizzazione delle persone e delle competenze, nel 2019 Eni ha investito 33,4 milioni di euro nella formazione, incrementando del 16,5% le ore dedicate a questa attività rispetto al 2018. Una sezione del report è inoltre dedicata alle collaborazioni strette con istituzioni, agenzie di cooperazione, università, organizzazioni della società civile e stakeholder locali per promuovere lo sviluppo locale dei territori in cui il gruppo è presente.

Alessandro Benetton: l’Italia è un brand e dobbiamo imparare a raccontare i nostri successi

Alessandro Benetton prende come spunto l'opera di Lucio Fontana, mostrando alle sue spalle un quadro a cui è particolarmente legato, per spiegare come tutti gli italiani dovrebbero lasciarsi ispirare dal talento degli stranieri per creare a loro volta qualcosa di nuovo: siamo primi in tante cose e dobbiamo imparare a non sminuirci.
Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: l'insegnamento di Lucio Fontana

"C'è una tendenza di noi italiani che mi ha sempre infastidito", afferma Alessandro Benetton. "Soffriamo di una sorta di complesso di inferiorità nei confronti degli altri Paesi, soprattutto quando si tratta di fare impresa. Pensiamo di essere sempre gli ultimi, ma non è assolutamente vero". L'imprenditore alla guida di 21 Invest parte dalla sua esperienza personale e professionale per parlare dell'Italia e della percezione che gli italiani hanno del loro Paese. In un recente episodio della video rubrica #UnCaffèConAlessandro, condivisa come di consueto anche sulle pagine online del "Corriere", Alessandro Benetton ha raccontato la storia del grande artista Lucio Fontana, autore del quadro che mostra orgogliosamente alle sue spalle, opera che arreda la sua casa e di cui l'imprenditore va particolarmente fiero. Durante la Biennale di Venezia del 1964, l'artista si lasciò ispirare dalla nuova pop art americana per dipingere il quadro che è ora in possesso dell'imprenditore: come Lucio Fontana, è importante che ci lasciamo ispirare dagli altri Paesi per scoprire la nostra capacità di creare qualcosa di nuovo e originale, senza sminuirci.

Alessandro Benetton: impariamo a raccontare anche i nostri successi

"Lo sguardo verso l'estero non deve essere l'occasione per lamentarci della nostra situazione ma un modo per trovare nuovi spunti e rubare idee dove possiamo", afferma Alessandro Benetton. "Non è vero che non abbiamo nulla da imparare dalle altre nazioni", ha sottolineato, ma tendiamo a vedere le altre grandi potenze economiche come la terra promessa. Anche la percezione che abbiamo di noi stessi è spesso errata: ci insegnano che siamo sempre gli ultimi, ma in moltissimi settori non è così. "Ci parlano di instabilità politica, eccessiva burocrazia, ma non possiamo lasciare che siano i nostri difetti a raccontare chi siamo. L'Italia è un brand e in quanto tale il suo valore dipende anche da come noi lo raccontiamo". Alessandro Benetton ha sottolineato l'importanza di raccontare anche i successi Made in Italy, cercando al contempo di risolvere le inefficienze. Fontana e il suo quadro rappresentano "la forza degli italiani nel mondo, una forza che spesso dimentichiamo di avere". "Siamo i primi in tante cose. Non dimentichiamolo e impariamo a raccontarlo", ha concluso Benetton.

Gli attacchi informatici nei giorni del Coronavirus: il commento di Paola Severino

L'emergenza Coronavirus rivela anche la fragilità della rete, oggetto di uno sciacallaggio sempre più preoccupante: le riflessioni di Paola Severino, Vice Presidente e Professore di Cybersecurity dell'Università LUISS Guido Carli, in una lettera al "Corriere della Sera".
Paola Severino

La delinquenza web nei giorni del Coronavirus: Paola Severino scrive al "Corriere della Sera"

"Proprio oggi che tutti abbiamo scoperto quanto insostituibile sia Internet, rileviamo anche quanto la Rete sia pericolosamente fragile e penetrabile da malintenzionati": in una lettera al "Corriere della Sera", Paola Severino invita a riflettere su un fenomeno "invasivo e preoccupante", molto difficile da contrastare perché "non ha confini e non è delimitabile con l'isolamento". Lo sciacallaggio informatico "è sempre stato un fenomeno legato a periodi di crisi e a momenti tragici della storia delle nazioni" ma oggi, in giorni in cui la rete è diventata quasi insostituibile, necessaria per portare avanti attività formative e professionali, ne rivela la fragilità. Nella sua analisi Paola Severino si interroga anche su chi possa trarre vantaggio nel diffondere in tutto il mondo e in tempi brevissimi questa forma di cybervirus particolarmente aggressiva: "Senza voler pensare a implicazioni fantascientifiche, di interferenze volte a fornire false informazioni al complesso apparato istituzionale che sta governando la crisi, la motivazione più probabile e più ovvia è quella di un interesse economico". La captazione dei dati rappresenta infatti "una forma di arricchimento illecito e veloce, facilmente monetizzabile con la rivendita degli stessi a chi li userà nel mercato".

Paola Severino: misure per arginare il fenomeno dello sciacallaggio informatico

Esiste dunque una scienza informatica funzionale a combattere un fenomeno così invasivo? Paola Severino riprende in merito gli ultimi dati disponibili, relativi a un report del 2019 "che evidenzia un aumento di cyberattacks del +77,8% nel quinquennio 2014-2018 e del 37,7% nel solo biennio 2017-2018, precisando poi che l'aumento più rilevante, sempre in tale biennio, ha riguardato il mondo sanitario ed è stato orientato prevalentemente al furto di dati personali". La Vice Presidente dell'Università LUISS Guido Carli suggerisce quindi a un primo livello l'eliminazione di spam e mail con indirizzi sospetti e l'attivazione di mezzi di autotutela: "Se vogliamo poi passare ai rimedi strutturali, riservati agli addetti ai lavori, dovremmo incentivare percorsi professionali destinati a costruire esperti della cybersecurity che sappiano fare della multidisciplinarità il segreto del loro innovativo sapere". E Paola Severino conclude sottolineando come eventi drammatici come quello del Coronavirus se da un lato forniscono l'opportunità per il diffondersi di comportamenti di sciacallaggio informatico, dall'altro "rappresentano l'occasione per diffondere tra il maggior numero di persone la consapevolezza della gravità del fenomeno e per accrescere l'impegno a tenere il passo rispetto alla velocità e alle capacità tecniche della delinquenza informatica".