venerdì 24 aprile 2020

Covid-19 e lettura dei dati: il parere di Pompeo Pontone

Pompeo Pontone, esperto di Data Science, commenta i dati relativi all'emergenza sanitaria causata dalla pandemia del Coronavirus.

La critica di Pompeo Pontone sulla credibilità dei dati

Dall'inizio della diffusione del nuovo Coronavirus si assiste quotidianamente ad una sorta di "corsa ai numeri": politici, media ed esperti diffondono costantemente dati per cercare di spiegare il fenomeno che sta colpendo duramente il mondo intero. Pompeo Pontone, consulente specializzato in Quantitative Finance e Data Science, sostiene che i dati che circolano riguardo il conteggio dei deceduti sono da reputare sia incompleti sia non omogenei. Basti pensare che ogni Paese effettua il conteggio secondo parametri spesso diversi: ciò comporta per forza di cose un tasso di mortalità estremamente variabile a seconda della collocazione geografica. Se non si inverte subito la rotta utilizzando un sistema coerente di raccolta dei dati a livello mondiale, c'è il rischio di prendere decisioni su ipotesi e valutazioni errate: secondo Pompeo Pontone, al momento, l'unico dato attendibile al momento sulle morti da attribuire alla comparsa del Coronavirus può provenire soltanto da un confronto con i decessi registrati negli anni precedenti.


Sanità in Italia: il focus di Pompeo Pontone

Una delle poche "certezze" che si può dedurre dai dati finora in possesso è che medici ed operatori sanitari sono i soggetti più a rischio. Secondo un'analisi di Pompeo Pontone sui decessi avvenuti nel personale di ospedali e cliniche italiane, strutture dalle quali sono spesso iniziati dei focolai, risulta evidente l'importanza dell'adozione di dispositivi di protezione individuale (DPI). Un problema che ogni Paese si è trovato prima o poi ad affrontare: in particolare, la situazione in Italia è risultata allarmante fin dall'inizio, vista la mancanza di sufficiente produzione interna e la conseguente dipendenza dal mercato estero. La scarsa protezione potrebbe causare, secondo le parole dell'esperto, un forte rischio anche per i soggetti più giovani e in salute: la continua esposizione al virus, specie nei reparti dedicati ai pazienti Covid-19, rende infatti l'infezione più forte e quindi capace di oltrepassare le difese immunitarie. Un esempio da seguire, afferma Pompeo Pontone, è l'esperienza dell'Ospedale Cotugno di Napoli, dove le procedure di adozione di DPI messe inizialmente in atto hanno tutelato medici ed operatori, la prima "barriera" di fronte al nemico invisibile.

Nicola Volpi, le tappe del percorso professionale

Attualmente CEO di Movidea, holding di partecipazioni che ha fondato insieme a Emilio Petrone, Nicola Volpi ha un'esperienza che lo vede tra i protagonisti del settore Private Equity in qualità di fondatore e senior partner del fondo di Private Equity internazionale Permira.
Nicola Volpi

Nicola Volpi: formazione e primi incarichi

Milanese, classe 1961, Nicola Volpi si iscrive alla facoltà di Business Administration dell'Università Luigi Bocconi di Milano: dopo la laurea, consegue un Master in Finanza presso la SDA Bocconi. La sua prima esperienza professionale è in Sefimeta S.p.A., la Divisione dei Servizi Finanziari del Gruppo Montedison, dove lavora come analista finanziario. Dal 1987 al 1995, presso Sanpaolo Finance S.p.A., Investment Bank dell'attuale Gruppo Banca Intesa, ricopre il ruolo di Responsabile della Divisione di Leverage Finance. In quegli anni, è uno dei pionieri del Buy Out in Italia, organizzando il finanziamento delle prime operazioni nel Paese. Nel 1997 diventa partner di Schroder Ventures Italy. Nel 1999, insieme ad altri partner di Schroder Ventures, Nicola Volpi fonda Permira, destinata a diventare una realtà di spicco nel settore del Private Equity nel mondo, vantando oltre 40 miliardi di Euro di capitali gestiti.

Da Permira a Movidea: i successi di Nicola Volpi

Nel 2005 Nicola Volpi viene nominato Amministratore Delegato di Permira Associati SpA. Entra a far parte, inoltre, dell'Executive Committee che guida Permira nel mondo. Sotto la sua guida, Permira Associati si rende protagonista di una serie di operazioni di acquisizione e dismissione di successo (Ferretti Yachts, Marazzi, Veneta Cucine). Si ricordano, inoltre, l'acquisizione e la cessione del marchio Valentino e il riposizionamento strategico di Sisal. Attualmente è Amministratore Delegato di Movidea, Holding di partecipazioni che ha fondato insieme a Emilio Petrone, per investire capitali propri in aziende selezionate con l'obiettivo di accompagnarle in un percorso condiviso di crescita e valorizzazione. nel 2013 Movidea è entrata nel capitale di Pagani Automobili S.p.A., casa di auto sportive di superlusso di cui Nicola Volpi e diventato membro del CdA con contributi di indirizzo strategico e supporto alla crescita dei principali KPI. Dal 2014 al 2018, Nicola Volpi ha ricoperto la carica di membro del Consiglio di Amministrazione di FC Internazionale S.p.A., con contributi nell'area finanza, organizzazione e pianificazione strategica.

Luigi Ferraris, AD e DG di Terna: “14 miliardi per far ripartire il Paese”

Dopo una carriera di oltre 15 anni in Enel e un ruolo di primo piano nel Gruppo Poste Italiane, Luigi Ferraris è stato nominato Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna, la società che gestisce la rete elettrica in Italia.
Luigi Ferraris, AD Terna

Emergenza sanitaria e futuro: Luigi Ferraris illustra il Piano di Sviluppo di Terna

L'attuale emergenza sanitaria ha colpito duramente l'economia italiana, facendo crollare le stime sulla crescita futura. In questo momento le società che operano nei settori strategici hanno il compito di trainare il sistema: Luigi Ferraris, alla guida di Terna, ha annunciato l'8 aprile scorso un nuovo Piano di Sviluppo da 14 miliardi di euro. La società ha deciso di puntare sul futuro: nei prossimi dieci anni, l'investimento finanziario verrà utilizzato in gran parte per continuare la transizione energetica. Al centro del progetto ci saranno infatti le energie rinnovabili, tra le quali spiccano quella eolica e fotovoltaica. Una strategia che segue le finalità espresse dal Piano nazionale integrato per l'energia e clima (Pniec) per l'Italia al 2030, coerente con la decarbonizzazione prevista dal Green New Deal dell'Unione Europea. Obiettivi possibili anche grazie al modello di "partecipato" ribadito da Luigi Ferraris: Terna infatti coinvolgerà attivamente le comunità e le istituzioni locali nelle progettazioni riguardanti le infrastrutture installate sui diversi territori.

Terna, progetti e potenziamento della rete: il focus di Luigi Ferraris

Durante l'annuncio, Luigi Ferraris ha mostrato nello specifico in che modo Terna sfrutterà questo nuovo e corposo investimento. L'AD e DG ha parlato di ben 27 progetti, che andranno ad aumentare la portata della rete elettrica con 300 km di nuove linee. Un intervento che sarà destinato a tutta la Penisola, isole comprese, con l'aggiunta di ulteriori interconnessioni con i Paesi esteri. Dalla Brianza a Padova, da Bari a Crotone: il Piano di Sviluppo coinvolgerà i principali corridoi del Paese. Sicilia, Sardegna e Corsica vedranno un forte incremento rispettivamente nell'HVDC Tyrrhenian Link e nel terminale SA.CO.I.3. La società ha aumentato i numeri delle 'demolizioni', che riguarderanno quasi 4.000 km di linee inefficienti. I risultati arriveranno sia in termini di efficienza che di sostenibilità ambientale: Luigi Ferraris ha infatti dichiarato che il Piano di Terna aumenterà di circa 12 gigawatt la potenza della rete, mentre si avranno oltre 3 milioni di tonnellate annue in meno di emissioni nocive.

giovedì 16 aprile 2020

Covid-19, Susanna Esposito: “Non sottovalutare il ruolo barriera delle mascherine chirurgiche”

Susanna Esposito, Direttore della Clinica Pediatrica all'Ospedale Pietro Barilla di Parma, è un'infettivologa e ricercatrice di fama mondiale che si è espressa in favore della diffusione dei dispositivi di protezione individuale.
Susanna Esposito

Susanna Esposito: "Falso dire che la mascherina chirurgica non serve"

L'emergenza sanitaria, evento di proporzioni storiche, lascerà segni evidenti nella società. In Italia, intanto, è ancora alta la confusione riguardo l'utilizzo di determinati dispositivi di protezione individuale. Fin dai primi giorni di pandemia conclamata Susanna Esposito, Presidente dell'Associazione Mondiale per le Malattie e i Disordini Immunologici (WAidid), si è espressa in favore dell'utilizzo delle mascherine per contenere la diffusione del virus. La ricercatrice invita infatti tutte le persone che in questo momento ricoprono incarichi di responsabilità, sia nelle Istituzioni che nell'informazione, a mantenere una linea coerente e soprattutto corretta: "Scoraggiare l'utilizzo diffuso della mascherina chirurgica è errato: c'è bisogno di indicazioni univoche sugli accorgimenti da adottare. Il dispositivo è fondamentale per prevenire la potenziale trasmissione asintomatica o presintomatica". Secondo Susanna Esposito, vista l'iniziale penuria di questi dispositivi, è normale che la priorità sia stata data al personale sanitario, avamposto fondamentale: tuttavia, ad oggi, è ampiamente dimostrato dalle esperienze di Cina e dei Paesi confinanti il "ruolo di barriera che, a tutti gli effetti, la mascherina chirurgica ricopre".

"Raccomandazioni OMS corrette ma non bastano": il parere di Susanna Esposito

Di questo nuovo tipo di Coronavirus si conosce ancora relativamente poco, ma è stato ampiamente appurato il principale veicolo di trasmissione: le goccioline di saliva che fuoriescono dal corpo umano attraverso starnuti, tosse o semplicemente parlando. Ma come afferma Susanna Esposito la distanza di sicurezza di 1 metro, oltre che in alcuni casi infattibile, non è sufficiente a garantire una protezione adeguata: la WAidid infatti sottolinea che alcune particelle possono trasmettere il virus anche fino a 2 metri. Per la tutela della comunità è quindi indispensabile l'utilizzo di mascherine chirurgiche, soprattutto considerando la presenza di numerosi pazienti con sintomi lievi o addirittura asintomatici: "Attualmente l'OMS raccomanda l'utilizzo della mascherina in presenza di sintomi respiratori o se ci si sta prendendo cura di una persona con sintomi, ma non è abbastanza". I modelli FFPP2 con o senza valvola di esalazione e quelli FFPP3 sono invece raccomandati per chi lavora a stretto contatto con individui infetti o potenzialmente tali, quindi soprattutto per il personale sanitario. Ma la maggioranza dei cittadini deve comprendere che sarà necessario indossare le chirurgiche per ogni attività al di fuori della propria abitazione: "Pensando al futuro e alla 'nuova normalità' - conclude Susanna Esposito - è assolutamente necessario considerare che le mascherine chirurgiche dovranno fare parte del nostro guardaroba quotidiano".

Effetti della pandemia, Pompeo Pontone: “Scarsità di DPI problema enorme”

Pompeo Pontone, consulente specializzato in Quantitative Finance, è un professionista esperto nell'analisi dei dati.

Andare oltre le raccomandazioni dell'OMS: il commento di Pompeo Pontone

Il Coronavirus viene definito spesso come un "nemico sconosciuto": gli esperti infatti, sebbene avanti nelle ricerche, non sono ancora in grado di dare risposte completamente esaustive sul comportamento di questo nuovo virus. Tuttavia è cosa nota che gli ospedali siano diventati luoghi in cui il pericolo di infezione è estremamente elevato. Pompeo Pontone ha analizzato alcuni dati che riguardano i decessi avvenuti tra il personale sanitario in Italia, confermando i pericoli che la categoria sta correndo in questo momento di emergenza. Vero è che anche in questo caso i più colpiti risultano essere medici anziani, tuttavia l'esperto in Data Science dimostra che in determinate circostanze anche i professionisti giovani, con difese immunitarie più forti, rischiano la vita: "I medici che hanno un contatto prolungato e ripetuto con pazienti affetti da Covid-19, e in particolare i chirurghi che eseguono procedure invasive, potrebbero sperimentare un carico virale più elevato". Di conseguenza la scarsità di DPI, che colpisce anche le strutture ospedaliere, è un problema da affrontare e risolvere nella maniera più efficiente possibile: "L'esperienza presso l'Ospedale Cotugno di Napoli - spiega Pompeo Pontone - in cui finora non si registra personale infettato, va a corroborare l'opinione che DPI e procedure rigorose possono salvare vite umane: bisogna andare oltre le raccomandazioni standard dell'OMS".

Finanza quantitativa e Data Science: le specializzazioni di Pompeo Pontone

Per Pompeo Pontone la matematica è "il più grande dono che sia stato mai fatto al genere umano", uno dei pochi linguaggi davvero universali che nei secoli ha aiutato l'uomo nel tentativo di descrivere e codificare ciò che definiamo realtà. Dopo la laurea in Economia Monetaria e Finanziaria alla Bocconi di Milano e la specializzazione in Finanza Quantitativa presso il Birkbeck College di Londra, l'esperto si è concentrato sullo studio e sull'approfondimento della Data Science, una disciplina che estrapola conoscenza e interpreta dati attraverso l'utilizzo di modelli matematici e statistici, strumenti informatici e ricerca tradizionale. Con una carriera di oltre vent'anni nel settore del Capital Markets e del Trading dei derivati, che lo ha visto collaborare con realtà del calibro di Unicredit, Pioneer Investment, Intesa Asset Management, Fineco e Amstel Securities, Pompeo Pontone ha deciso di dedicarsi a progetti di Private Equity e FinTech, mettendo a frutto le sue competenze e la sua passione per l'informatica.

Fabrizio Palermo: CDP predispone nuovi aiuti a imprese ed enti locali per affrontare l’emergenza

CDP approva il bilancio 2019 e lancia nuove misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza Coronavirus: la sfida ora è ripartire, l'AD e DG Fabrizio Palermo ribadisce il sostegno del Gruppo al Paese e alle sue imprese.
Fabrizio Palermo

Fabrizio Palermo: nuove misure eccezionali di CDP a sostegno di imprese ed enti locali

"La più vasta operazione di rinegoziazione dei mutui realizzata negli ultimi anni": è la risposta di CDP all'emergenza Covid-19. È l'Amministratore Delegato e Direttore Generale Fabrizio Palermo a parlare delle misure straordinarie approvate lo scorso 2 aprile dal Consiglio di Amministrazione: "Il Gruppo sta continuando, di concerto con il Mef, a sostenere con misure eccezionali le imprese, la pubblica amministrazione e lo sviluppo infrastrutturale. Dopo i 17 miliardi già messi in campo, abbiamo deliberato ulteriori interventi straordinari che andranno a liberare 1,4 miliardi di euro in favore di 7.200 enti pubblici e a rendere subito disponibili 2 miliardi di euro per le esigenze di liquidità delle imprese di media e grande dimensione". Iniziative che confermano quanto espresso in più occasioni dall'AD e DG Fabrizio Palermo: il legame storico di CDP con i territori e il suo ruolo di partner chiave della Pubblica Amministrazione.

Fabrizio Palermo: il 2019 di CDP, risultati molto positivi e ritorni importanti per gli azionisti

Lo scorso 2 aprile sono stati inoltre approvati dal Consiglio di Amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti il progetto di Bilancio d'esercizio, il Bilancio consolidato al 31 dicembre 2019, la dichiarazione consolidata di carattere non finanziario 2019 del Gruppo CDP e il primo Bilancio di sostenibilità. "Con il 2019 si è concluso il primo anno di Piano industriale 2019-2021 con risultati finanziari molto positivi e importanti ritorni per i nostri azionisti" ha sottolineato in merito l'AD e DG Fabrizio Palermo che li ha illustrati. "Nel 2019 il nostro impegno è stato quello di mettere a terra iniziative sistemiche che segnano un importante cambio di passo nel supporto che CDP può dare al Paese" ha aggiunto l'AD. Un impegno confermato anche dalle misure eccezionali promosse in queste settimane per fronteggiare l'emergenza: "La forza del risparmio che raccogliamo da 170 anni, grazie agli italiani, aiuta il Paese a crescere e a rialzarsi, a sostenere le imprese, i territori e le comunità". Per Fabrizio Palermo rappresenta "un valore enorme che, anche questa volta, ci darà la spinta per ripartire".

Economia post-Coronavirus, il commento di Alessandro Benetton

Fondatore e Presidente di 21 Invest, Alessandro Benetton è un imprenditore con alle spalle una lunga carriera in ambito manageriale.
Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: "Indispensabile tutelare le eccellenze italiane"

Con il picco di contagi che al momento sembra superato, il Governo italiano sta cercando di definire la cosiddetta "Fase 2": la ripresa graduale post Coronavirus è infatti un argomento sempre più affrontato, specialmente per quanto riguarda l'ambito economico. Alessandro Benetton, intervistato da "Il Sole 24 Ore" in una diretta dal titolo "PostCovid - Il mondo che verrà", ha insistito su un punto fondamentale. Secondo l'imprenditore infatti le aziende devono iniziare a immaginare uno scenario totalmente diverso rispetto a quello esistente prima della pandemia. Per risultare efficienti, i modelli di business dovranno essere adattati, le strategie riformulate rispetto a una nuova idea di consumi e comportamenti sociali: insomma, per continuare a fare impresa bisognerà essere "predisposti ai cambiamenti". Per supportare queste nuove sfide, l'operato del Governo dovrà puntare tutto su piccole e medie imprese, artigianato e in generale su tutte quelle che sono le eccellenze del sistema produttivo italiano: "Il decreto liquidità e i passi che stanno facendo anche a livello europeo sono obbligatori, non c'è un'alternativa - conclude Alessandro Benetton - questa liquidità è assolutamente essenziale per proteggere le nostre conoscenze. Non sarà però sufficiente, è una liquidità che ci traghetterà a una normalità diversa da quella a cui eravamo abituati".

Alessandro Benetton, da Goldman Sachs alla Presidenza di Cortina 2021

Laureato ad Harvard in Business Administration, Alessandro Benetton ha avuto la fortuna di essere allievo e tesista di Michael Porter, economista statunitense ideatore del noto modello delle 5 Forze Competitive. Dopo aver presieduto Benetton Formula, vincendo 3 titoli mondiali, l'imprenditore ha fondato nel 1992 quella che oggi è 21 Invest, uno dei primi operatori italiani specializzati in Private Equity. Attualmente, oltre a essere Presidente della società, fa parte di diversi CdA in realtà quali Edizione Holding e Autogrill. Dal 2017 è inoltre Presidente di Fondazione Cortina 2021, con l'obiettivo di gestire i Campionati Mondiali di Sci Alpino organizzati a Cortina d'Ampezzo. Durante l'intervista de "Il Sole 24 Ore" l'imprenditore si è detto ottimista riguardo la manifestazione, che secondo il Presidente della Provincia di Belluno ha tutte le carte in regola per "essere il primo evento mondiale post Covid-19". Per Alessandro Benetton, tra l'altro appassionato di sci alpino e allenatore federale della Federazione Italiana Sport Invernali, i Mondiali potrebbero rappresentare, ora più che mai, un'occasione di rilancio per tutto il territorio coinvolto.

martedì 14 aprile 2020

Riva Acciaio: da 60 anni una garanzia nel settore siderurgico

Riva Acciaio ha iniziato la sua attività nel 1954. Oggi, guidata dalla capogruppo Riva Forni Elettrici, impiega circa mille dipendenti. Le sue attività si dividono sui 5 stabilimenti di Caronno Pertusella, Lesegno, Sellero, Malegno e Cerveno in Valle Camonica.
Riva Acciaio

Riva Acciaio: la storia e il primato in Italia

Riva Acciaio è stata avviata nel 1954 grazie all'intuizione imprenditoriale di Emilio e Adriano Riva, che colsero le potenzialità del settore nell'Italia del dopoguerra. Ora l'azienda è leader nazionale per la produzione siderurgica. Nata in seno al Gruppo Riva, è controllata dalla capogruppo Riva Forni Elettrici e conta oggi circa mille dipendenti. Riva Acciaio è suddivisa in 5 stabilimenti ubicati a Caronno Pertusella (VA), Lesegno (CN), Sellero, Malegno e Cerveno in Valle Camonica (BS), la cui produzione è destinata sia al mercato italiano che a quello europeo. Con oltre 60 anni di esperienza, l'azienda realizza prodotti lunghi e acciai di alta qualità. Da sempre una particolare spinta e attenzione è data agli investimenti in ambito di ricerca, sviluppo e innovazione: è stata infatti la prima azienda italiana ad adottare nei suoi impianti la colata continua curva. Le collaborazioni tra laboratori ed enti del calibro dell'Università di Pisa, Politecnico di Torino e Politecnico di Milano confermano questa tendenza.

Riva Acciaio: certificazioni, una conferma della qualità degli stabilimenti

Un attento e accurato monitoraggio dei sistemi di gestione comporta in Riva Acciaio uno sviluppo dei processi costante, che garantisce il fondamentale e continuo scambio di informazioni con gli stakeholder, di fatto al centro delle politiche aziendali. Gli stabilimenti garantiscono performance sempre certificate e sono sottoposti a verifiche di enti terzi ed indipendenti che controllano costantemente la conformità della gestione degli impianti. Gli stabilimenti di Lesegno, Caronno, Cerveno e Sellero, con l'applicazione delle BAT (Best Available Techniques) possono operare secondo l'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). Lo stabilimento di Malegno invece opera secondo l'Autorizzazione Unica Ambientale (AUA). Riva Acciaio ha certificato i suoi stabilimenti secondo le norme UNI EN ISO 9001. Lo stabilimento di Malegno ed il reparto per le lavorazioni a freddo a Cerveno inoltre, hanno ottenuto la certificazione IATF16949 che consente di rifornire il settore automotive.

Tappe professionali del percorso di Luigino Lusuriello, Chief Digital Officer di Eni

Dal 2018 Luigino Lusuriello è Chief Digital Officer del Gruppo Eni: il rapporto di collaborazione con la società comincia ben prima, quando viene assunto in qualità di Ingegnere Progettista.
Luigino Lusuriello, Chief Digital Officer del Gruppo Eni

Luigino Lusuriello: dalla Marina Militare ai primi incarichi di responsabilità in Eni

Nato nel 1961 a Genova, Luigino Lusuriello frequenta la Facoltà di Ingegneria della sua città natale, dove si laurea con il massimo dei voti nel 1986. Dopo un'esperienza di due anni come ufficiale del Genio Navale della Marina Militare, nel 1988 entra in Eni come Ingegnere Progettista. Prosegue la sua carriera come Construction Yard Manager nel distretto operativo di Ravenna. Nel 1993 è si trasferisce in Congo come Platform Manager per Agip Recherces. L'anno successivo è di nuovo in Italia, a Crema, dove ricopre il ruolo di Manager - Production and Maintenance Technologies. Dopo 4 anni, passa al distretto operativo di Ortona, in Abruzzo: inizialmente come Project Delivery Manager, in seguito come Production Manager e infine come District Manager, carica che ricoprirà anche nel distretto di Val d'Agri. Successivamente Luigino Lusuriello è di nuovo in Congo come Managing Director. Ricoprirà lo stesso ruolo anche presso la sede di Eni del Regno Unito .

I recenti incarichi di Luigino Lusuriello

Nel 2009 Luigino Lusuriello frequenta con successo il corso "The Oxford Advanced Management and Leadership Programme", organizzato dalla Said Business School University of Oxford. Un'esperienza che, aggiunta agli incarichi già ricoperti in Italia e all'estero, amplia ulteriormente la sua formazione. Viene infatti nominato Regional Vice President per il territorio del Kazakistan, mentre nel 2011 Senior Vice President per il Programma Iraq. Dal 2012 al 2018 una nuova importante tappa: diventa infatti Vice Presidente Esecutivo alle Operazioni, con responsabilità nella funzione centrale tecnica della multinazionale. Attualmente ricopre per Eni il ruolo di Chief Digital Officer, un incarico fondamentale nella gestione della trasformazione digitale del Gruppo. Grazie al contributo di Luigino Lusuriello nel Change Management, Eni ha vinto nel 2019 il Premio Assochange: il riconoscimento è nato infatti con l'obiettivo di premiare le realtà produttive che si sono distinte nel processo di digitalizzazione della propria struttura organizzativa.

Terna: i vantaggi del digitale nel commento dell’AD e DG Luigi Ferraris

Terna e i Big Data, il commento di Luigi Ferraris: "Qualora tali sistemi siano messi a fattor comune con le Istituzioni che sul territorio difendono e proteggono il nostro Paese, questa nuova consapevolezza tecnologica può portare grandi vantaggi a tutta la comunità".
Luigi Ferraris: amministratore delegato Terna

Luigi Ferraris: Terna verso l'industria dei Big Data

I Big Data hanno un impatto sempre più importante sull'economia a livello mondiale. In Italia in particolare, se si parla di rete elettrica, è ancor più evidente come i dati siano davvero il petrolio del futuro. Terna, la società che si occupa di gestire la rete elettrica nazionale, ha investito e continua ad investire nella digitalizzazione e nell'innovazione. Guidato dall'Amministratore Delegato e Direttore Generale Luigi Ferraris, il Gruppo ha stanziato 900 milioni nell'ultimo piano strategico 2020-2024: i dati diventano così fonte di energia. Nel processo di decarbonizzazione e nella transizione in atto verso fonti "green", le tecnologie digitali svolgono un ruolo fondamentale e permettono a Terna di raccogliere informazioni, trasferire grandi flussi di dati, immagazzinarli e analizzarli tempestivamente. La società amministrata da Luigi Ferraris punta quindi al passaggio dal watt al byte: per raggiungere questo obiettivo ha aperto gli Innovation Hub di Milano, Torino e Napoli, oltre a sfruttare l'Internet of Things. La collaborazione tra università, centri di ricerca e startup è fondamentale in tale contesto.

Luigi Ferraris: l'utilità dei dati raccolti da Terna

Terna già sfrutta in Veneto la sperimentazione della raccolta dati attraverso l'IoT. Il monitoraggio attivo che ha messo in atto grazie all'accordo con la Regione è stato realizzato attraverso circa 500 sensori installati su 26 linee elettriche. I rilevatori Iot Box possono essere controllati in tempo reale e forniscono informazioni immediate sull'ambiente, sui fenomeni naturali e sulle potenziali minacce per la rete elettrica: dati preziosi, che consentono un intervento tempestivo per proteggere l'infrastruttura. "Qualora tali sistemi siano messi a fattor comune con le Istituzioni che sul territorio difendono e proteggono il nostro Paese, questa nuova consapevolezza tecnologica può portare grandi vantaggi a tutta la comunità, soprattutto se utilizzati anche con finalità di monitoraggio ambientale e territoriale: dalla qualità dell'aria al dissesto idrogeologico, dal controllo dell'avifauna alla protezione dagli incendi", ha commentato l'AD e DG Luigi Ferraris. I dati raccolti da Terna sono già a disposizione di Protezione Civile, istituti di ricerca ed enti di tutela interessati.

mercoledì 8 aprile 2020

L’iter professionale di Vittorio Massone, esperto in innovazione digitale

Nel corso della sua carriera professionale, Vittorio Massone ha ricoperto incarichi di responsabilità nella consulenza aziendale, nell'innovazione e nella trasformazione digitale, sia in Italia che all'estero. Recentemente ha intrapreso una nuova importante sfida professionale, diventando Vice Presidente del CdA di Alkemy S.p.A.
Vittorio Massone

Le prime esperienze professionali di Vittorio Massone, tra consulenza strategica e turnaround di successo

Professionista di rilievo nel settore digitale, telecomunicazioni, media/entertainment, servizi industriali, government e automotive, Vittorio Massone si è laureato a pieni voti in Economia e Commercio presso l'Università La Sapienza di Roma (1989) e ha proseguito il suo percorso formativo conseguendo un Master in Business Administration presso l'Università Bocconi di Milano (1992). Dopo un primo incarico dal 1989 al 1991 in Klopman Textile Industry (Gruppo Burlington), società per cui è Business Analyst, nel 1993 entra in qualità di Associato nella realtà di consulenza strategica Value Partners. L'anno seguente inizia la sua esperienza in Bain & Company, per cui ricopre incarichi di rilevanza crescente: dal 1995 è Manager, poi Partner dal 1999 e Director dal 2004. Grazie alle ampie competenze professionali, unite alla capacità di instaurare rapporti di fiducia con CEO e management aziendali, Vittorio Massone intraprende con successo la gestione di operazioni particolarmente complesse, collaborando con clienti di rilievo come Poste Italiane, Pagine Gialle, Walt Disney, Rai, Consip, Sviluppo Italia, Coni Servizi, Gruppo Espresso e il Sole 24 Ore. Si occupa in prima persona del turnaround di Seat Pagine Gialle (1997-2001), assicurando un ritorno per gli azionisti pari a 20 volte il capitale investito. Nello stesso periodo, nel 1999, gestisce l'acquisizione Virgilio/Matrix, la sua prima in campo digitale. Guida, inoltre, il turnaround di Poste Italiane tra il 2002 e il 2008, per cui conduce il Gruppo da una perdita di 200 milioni di euro a un EBITDA di circa 2 miliardi. Grazie alle sue competenze, inoltre, il risultato viene raggiunto senza alcun licenziamento.

Vittorio Massone: l'esperienza all'estero e la nomina in Alkemy S.p.A.

Tra gli incarichi di responsabilità ricoperti da Vittorio Massone, rientra quello in Bain & Company Africa, a partire dal 2010, anno in cui si trasferisce a Johannesburg per assumere il ruolo di Managing Partner. Durante l'esperienza in Sudafrica rilancia le operazioni della società, portandola a raggiungere la leadership di mercato in pochi anni. Supporta inoltre la creazione di un gruppo di lavoro di 200 persone particolarmente competenti nei progetti digitali. Nel corso dell'esperienza all'estero, Vittorio Massone porta con sé la sua visione manageriale moderna e innovativa, basata sul concetto di "diversity" del gruppo di lavoro, rimanendo al timone della società fino alla fine del 2018. Negli stessi anni partecipa a importanti storie di successo, come quella del turnaround della società di telecomunicazioni Telkom SA, le cui azioni passano da 14 a circa 90 Rand. È stato anche membro del Board e poi Presidente dell'American Chamber of Commerce in Sudafrica e Membro del Council dell'Associazione Business Leadership South Africa. Grazie alle competenze nell'ambito dell'innovazione digitale, attualmente Vittorio Massone collabora con società tradizionali per aiutarle nella trasformazione digitale, e con società native digitali supportandole nella crescita e nello sviluppo. Tali competenze specialistiche gli hanno consentito di intraprendere una nuova sfida professionale: da febbraio 2020 è Vice Presidente di Alkemy S.p.A., azienda leader nell'innovazione digitale dei modelli di business, con specifiche deleghe al Business and Corporate Development.

Roberto Casula: il percorso professionale del manager di Eni

Roberto Casula lavora nel settore dell'energia dal 1988, anno in cui avvia la sua carriera in Agip, controllata Eni dal 1953.
Roberto Casula

Da Milano a Teheran: l'apporto di Roberto Casula al Gruppo Eni

Classe 1962, nato a Cagliari e laureato in Ingegneria Mineraria, Roberto Casula si occupa di applicare metodi scientifici alle fasi di sviluppo e produzione dei giacimenti di idrocarburi. Dopo alcune esperienze all'estero, è a Milano, dove assume l'incarico di Development and Production Coordinator e in seguito di Department Manager for Technical Services per il Gruppo Eni, con responsabilità anche per progetti riguardanti il Medioriente. Per 3 anni è infatti Dirigente e Project Director a Teheran, in Iran. Continua il suo percorso in Eni, ricoprendo il ruolo di Managing Director per diverse aree del Mediterraneo, spostandosi per quasi dieci anni da un continente all'altro. Per via delle esperienze acquisite in ambito internazionale, alcune delle quali in zone economicamente arretrate, Roberto Casula è un manager con una forte sensibilità al concetto di sostenibilità ambientale: è infatti strenuo sostenitore dell'innovazione tecnologica, un vantaggio dell'epoca attuale che permette di escogitare metodi alternativi per limitare i danni del cambiamento climatico.

Focus tecnologia: Roberto Casula e l'utilizzo del supercomputer HPC4

Negli ultimi anni anche in Italia, Paese in ritardo nella corsa alla competizione tecnologica, si inizia a intravedere un aumento di investimenti nei settori dell'innovazione. Attraverso il Gruppo Eni Roberto Casula ha coordinato un team che si è occupato di lavorare con uno strumento figlio proprio di uno di questi investimenti, ossia l'"High Performance Computing - layer 4". Denominato HPC4, si tratta di un computer, o meglio supercomputer, in grado di elaborare dati con una potenza massima di 18,6 petaFlops di picco: ciò vuol dire che l'unità di calcolo parallelo posseduta dal Gruppo può svolgere 18,6 milioni di miliardi di operazioni matematiche elementari al secondo. Con l'introduzione dell'HPC4, il Green Data Center di ENI, costruito in provincia di Pavia, risulta essere ad oggi uno dei datacenter più efficienti a livello internazionale. Grazie al lavoro di Roberto Casula e del suo team, il Gruppo è in grado quindi di analizzare e studiare un numero incredibile di dati geofisici, compresi quelli provenienti dalle prospezioni sismiche prodotte dalle sedi Eni sparse nel globo.

La donazione del Gruppo di Ernesto Pellegrini: 50mila pasti gratuiti in Lombardia

L'iniziativa solidale dell'ex Presidente dell'Inter, Ernesto Pellegrini, è iniziata lunedì 16 marzo in piena emergenza Coronavirus e continuerà fino al 15 giugno: Pellegrini S.p.A., dal 1965 leader italiano nella ristorazione collettiva e nei servizi di welfare aziendale, distribuirà 50mila pasti caldi agli anziani in difficoltà in diversi comuni della Lombardia.
Ernesto Pellegrini

L'impegno del Gruppo di Ernesto Pellegrini per l'emergenza in Lombardia

"Sono figlio di contadini, ho conosciuto le difficoltà della guerra e del dopoguerra ma non dimentico la solidarietà nella Milano della ricostruzione": con queste parole rilasciate nel corso di un'intervista al "Corriere della Sera", Ernesto Pellegrini, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo, ha annunciato l'iniziativa d'altruismo intrapresa per la distribuzione gratuita di 50mila pasti caldi alle persone anziane in condizioni di disagio. "È il nostro modo di essere solidali in questa emergenza sanitaria", ha aggiunto Valentina Pellegrini, Vicepresidente dell'omonima azienda. Un gesto di solidarietà, dunque, in un momento in cui gran parte del Paese è chiuso in casa per l'emergenza sanitaria del Coronavirus, che, in molti casi, colpisce ancora più duramente proprio chi vive già in condizioni di disagio o di solitudine. La distribuzione dei 50mila pasti è iniziata lunedì 16 marzo e, come annunciato dal Gruppo Pellegrini, continuerà fino al 15 giugno. L'elenco dei comuni interessati dall'iniziativa è lungo e comprende i territori di Abbiategrasso, Appiano Gentile, Bellusco, Brandizzo, Busto Arsizio, Carpiano, Casorate Primo, Casorate Sempione, Cislago, Cisliano, Gerenzano, Legnano, Lonate Pozzolo, Marnate, Mediglia, Pavia, Peschiera Borromeo, Saronno e Vigevano. Il Gruppo di Ernesto Pellegrini non è nuovo in quanto a iniziative di solidarietà, come testimoniato dall'istituzione della Fondazione Ernesto Pellegrini ONLUS e dal ristorante solidale Ruben.

Ernesto Pellegrini, la responsabilità sociale nei progetti di Pellegrini S.p.A.

Nata da un'idea di Ernesto Pellegrini con il nobile obiettivo di offrire un supporto alle persone in condizioni di disagio, la Fondazione Ernesto Pellegrini ONLUS è stata istituita nel 2013 e, nel corso degli anni, ha realizzato diversi progetti di utilità sociale. In quanto valore fondamentale e "faro che guida tutte le scelte del Gruppo" - così è stata definita dal Presidente - la sostenibilità sociale è al centro della Fondazione e, oltre a ispirare la nascita di quest'ultima, ha condotto alla realizzazione di numerose iniziative, tra cui spicca quella del ristorante solidale Ruben. Ubicato nel cuore di Milano, il ristorante offre quotidianamente la cena a circa 350 persone che si trovano in condizione di temporanea difficoltà, in cambio della cifra simbolica di un euro. Tra gli ulteriori progetti della Fondazione, è di rilievo la creazione di una rete di volontari che offre assistenza e ascolto agli ospiti del ristorante, fornendo loro un supporto per il reinserimento nella società. La rete ha coinvolto numerosi centri di ascolto, associazioni, parrocchie e realtà del terzo settore, permettendo, in un anno, la distribuzione di 51mila cene. L'azienda fondata da Ernesto Pellegrini è stata avviata nel 1965 con il nome di Organizzazione Mense Pellegrini: da allora, diventando Pellegrini S.p.A., si è estesa al settore dei servizi per le aziende, operando anche all'estero con la costituzione di Pellegrini Catering Overseas SA. Oggi è un'azienda leader nella ristorazione collettiva e nei servizi di welfare aziendale.

Progetto Italia, presieduta da Carlo Malinconico, e il documento per il sostegno al reddito

"Progetto Italia per la buona politica" è il movimento di centrodestra presieduto da Carlo Malinconico , esperto di diritto: la nuova forza moderata ha presentato un documento che suggerisce diverse modifiche alle misure messe in atto finora dal Governo per la lotta all'emergenza causata dal Coronavirus
Carlo Malinconico

Carlo Malinconico e Massimo Baldini: "La battaglia è anche sul piano economico"

L'Italia è uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia da Covid-19: dal 9 marzo in poi le restrizioni destinate alle zone rosse sono state estese gradualmente a tutta la Penisola. Oltre alle ripercussioni sanitarie, l'emergenza sta avendo pesanti ricadute anche sul sistema economico: Progetto Italia, movimento moderato di centrodestra presieduto da Carlo Malinconico, è intervenuto nel dibattito politico mettendo in luce le mancanze del Governo italiano nell'affrontare una delle peggiori crisi dal Dopoguerra a oggi. Firmato dal Presidente e dal coordinatore nazionale Massimo Baldini, il documento si basa su due pilastri: garanzia di reddito e supporto alle imprese. Per evitare futuri costi sociali che rischiano di risultare insostenibili, Progetto Italia invita le forze di maggioranza a porre la massima attenzione al settore privato. Per tutti i lavoratori si chiede un sussidio necessario sia a vivere che in vista di una ripartenza. Per quanto riguarda le aziende, il movimento fondato, tra gli altri, da Carlo Malinconico propone da un lato l'annullamento di tasse e contributi per i periodi di lockdown, dall'altro la rateizzazione a 5 anni, con l'aggiunta delle utenze, per quelli legati alle attività e dovuti prima della quarantena.

Carlo Malinconico, il percorso professionale e istituzionale

Avvocato romano, Carlo Malinconico è un giurista e funzionario pubblico, oltre ad essere titolare dello Studio Legale omonimo. Ha ricoperto diversi incarichi di responsabilità in ambito politico: è stato infatti Segretario Generale del secondo Governo Prodi e successivamente Sottosegretario di Stato del Governo Monti. Laureato in Giurisprudenza presso l'Università di Milano, ha vinto sia il concorso pubblico come Avvocato dello Stato che come Consigliere, per poi dedicarsi all'insegnamento, prima presso la Scuola superiore dell'economia e delle finanze (SSEF), in seguito all'Università di Udine. Durante gli ultimi anni ha dato particolare risalto alla sua attività forense: esperto in particolar modo di diritto amministrativo, diritto dell'unione europea e diritto civile dei contratti, ha vinto per diversi anni il premio "Le Fonti" come "Avvocato dell'Anno", l'ultimo nel 2019. Da pochi mesi Carlo Malinconico è anche Presidente di "Progetto Italia per la buona politica", movimento di centrodestra nato con l'obiettivo di fornire risposte all'elettorato moderato e liberaldemocratico privo attualmente di punti di riferimento.