martedì 19 maggio 2020

Le competenze e la carriera di Roberto Casula

Dopo gli studi in Ingegneria Mineraria e la prima esperienza professionale in Agip, Roberto Casula avvia un percorso che lo porta a ricoprire incarichi di crescente responsabilità all'interno del Gruppo Eni.
Roberto Casula

I primi incarichi professionali di Roberto Casula nel settore energetico

Nato a Cagliari nel 1962, Roberto Casula completa il suo percorso formativo laureandosi nel 1988 in Ingegneria Mineraria presso l'Università di Cagliari. In seguito, avvia la carriera professionale nel comparto degli idrocarburi, presso Agip S.p.A. Qui è impiegato fino al 1991 in qualità di Reservoir Engineer: tale ruolo lo vede inizialmente operativo nelle prove di produzione e nell'acquisizione dati sui pozzi. In un secondo momento si concentra invece sui lavori di reservoir modelling, concernenti la supervisione della modellizzazione numerica del comportamento dinamico dei giacimenti petroliferi. Nel 1992 si trasferisce nella società controllata del Gruppo Agip Angola Ltd a Luanda, nell'Africa Centro-Occidentale. Qui ha il compito di gestire le operazioni di mantenimento e sviluppo. Nel 1997 Roberto Casula ritorna in Italia, questa volta come Development and Production Coordinator, con il compito di coordinare le operazioni in tutte le nazioni dell'Africa Occidentale e dell'Asia Centrale in cui è presente Eni.

Le iniziative di Roberto Casula in Eni

Nel 2000 Roberto Casula comincia il suo percorso di crescita professionale all'interno del Gruppo Eni, all'inizio in qualità di Responsabile dei Servizi Tecnici di progetto in Iran, e in un secondo momento come Dirigente e Project Director delle fasi 4 e 5 del piano Giant South Pars Gas. Svolge diversi sopralluoghi di progetto in loco, ragione per cui torna ad abitare a Teheran, in Iran. Rientrato in Italia nel 2004, riparte alla volta di Tripoli, in Libia. Qui è prima Managing Director per il Nord Africa e successivamente Senior Vice President della Regione Sub-Sahariana. Nel luglio 2014, Roberto Casula viene nominato Chief Development Operations & Technology Officer, ruolo che lo porta ad interfacciarsi in prima persona con l'AD di Eni per quanto riguarda i compiti tecnici, operativi, progettuali e di ricerca e sviluppo. In questo periodo, il manager è attivo in prima linea nella salvaguardia di accesso ai Paesi in via di sviluppo alle risorse energetiche disponibili, evitando per quanto possibile conseguenze negative per economia e ambiente.

Riva Acciaio: storie di qualità italiana

Riva Acciaio è stata fondata dai fratelli Riva nel decennio successivo alla Seconda Guerra Mondiale: nata come società di raccolta e vendita di rottami ferrosi, oggi è un'eccellenza riconosciuta a livello internazionale.
Riva Acciaio

Le origini di Riva Acciaio

Storica realtà attiva nel settore della siderurgia, Riva Acciaio è la divisione italiana controllata dalla capogruppo Riva Forni Elettrici. Il primo stabilimento produttivo dell'azienda nasce nel 1957 a Caronno Pertusella, in provincia di Varese: grazie all'installazione di un forno elettrico ad arco con una capacità di 25 tonnellate per colata, la fabbrica arriva a produrre già dopo pochi anni circa 190 mila tonnellate. Il 1964 è l'anno in cui la società decide di adottare, grazie alla collaborazione con il Gruppo Danieli, un impianto a colata continua. La nuova tecnologia si dimostra fin da subito un investimento vincente, tale da spingere ulteriormente il processo di espansione dell'azienda sia a livello nazionale che estero. Dalla metà degli anni '60 a oggi gli stabilimenti in Italia sono infatti aumentati a 5, con l'aggiunta di quelli di Lesegno, Sellero, Malegno e Cerveno in Valle Camonica. Con all'incirca mille dipendenti, Riva Acciaio è diventata la prima azienda di siderurgia in Italia e tra i principali operatori in Europa.

Gestione qualità e sicurezza: i pilastri di Riva Acciaio

Il successo di Riva Acciaio è strettamente collegato alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie, come testimonia il laboratorio nato negli anni '90 nello stabilimento di Lesegno. Un vero e proprio Centro di Ricerca con all'attivo collaborazioni con realtà come il Politecnico di Milano e diverse altre importanti università italiane. Uno degli obiettivi dell'azienda è infatti quello di sviluppare prodotti sempre più all'avanguardia. Per raggiungerlo tutti gli stabilimenti adottano un Sistema di Gestione per la Qualità nel rispetto delle norme UNI EN ISO 9001 e IATF 16949. Ma la qualità va di pari passo con la sicurezza e la tutela dell'ambiente. Oltre ad essere soggetti alle norme degli standard UNI EN ISO 14001 e BS OHSAS 18001, tutti gli impianti produttivi di Riva Acciaio adottano le Migliori Tecniche Disponibili (MTD o BAT). Infine, gli stabilimenti di Lesegno, Caronno, Cerveno e Sellero sono in possesso dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), mentre quello di Malegno dell'Autorizzazione Unica Ambientale (AUA).

Coronavirus, ripartenza green per l’economia: Francesco Starace firma l’appello UE

Enel, Francesco Starace nella European Alliance for a Green Recovery: è l'unico AD italiano a firmare l'appello per una "ripresa verde" dell'economia europea nel post-emergenza Coronavirus.
Francesco Starace, AD Enel

Coronavirus, alleanza UE: l'AD di Enel Francesco Starace firma per una ripresa green dell'economia

Fare del Green Deal europeo "la strategia di rilancio" per uscire dall'emergenza Coronavirus: Francesco Starace è l'unico Amministratore Delegato italiano ad aver sottoscritto la European Alliance for a Green Recovery. Nata su iniziativa di Pascal Canfin, Presidente della Commissione per l'ambiente del Parlamento europeo, coinvolge 180 personalità di rilievo del mondo politico e imprenditoriale provenienti da 17 Paesi UE. L'appello, al quale hanno aderito leader politici, europarlamentari di diversi gruppi politici, dirigenti d'azienda ed esponenti di sindacati, ONG e gruppi di riflessione, nasce con un obiettivo ben preciso: invitare a sostenere una strategia economica che preveda "investimenti green" e piani di rilancio funzionali anche alla lotta contro il cambiamento climatico e a incentivare la biodiversità. Dei 37 manager d'azienda che ne fanno parte l'unico italiano è l'AD e DG di Enel Francesco Starace. I membri dell'Alleanza, come riporta una nota, "si sono impegnati a lavorare insieme per creare, supportare e implementare soluzioni per preparare le nostre economie per il mondo di domani".

Francesco Starace: il Green Deal è una grande opportunità, pronti ad accelerare sulle rinnovabili

In merito al post-emergenza e alla ripresa economica, l'AD di Enel Francesco Starace si era già espresso in un'intervista rilasciata ad "Avvenire" lo scorso 5 aprile. "Per molti governi ed economie il rilancio passerà proprio dal rinnovo in chiave ecologica dell'infrastruttura dell'energia" aveva sottolineato l'AD, rispondendo a una domanda sulle conseguenze economiche legate all'epidemia e in particolare al crollo delle quotazioni del petrolio: "In Europa abbiamo il Green Deal che è una grande opportunità". Un percorso che Enel ha intrapreso da tempo, come sottolineato da Francesco Starace, e su cui ora intende accelerare "perché le rinnovabili sono sempre più competitive". Parole che si rispecchiano nella European Alliance for a Green Recovery e nel documento sottoscritto: i membri dell'Alleanza infatti "condividono la convinzione che la ripresa economica arriverà solo con ingenti investimenti e con la creazione di posti di lavoro". Sarà necessario quindi "supportare tutte le aziende, Paesi e settori che hanno sofferto dallo stop improvviso dell'economa".

Focus sulla carriera del manager Claudio Machetti (Enel)

La carriera di Claudio Machetti in Enel inizia nei primi mesi del 2000: da allora il manager ha svolto incarichi dirigenziali di crescente importanza, fino ad arrivare alla guida della Global Trading Business Line, ruolo che ricopre dal 2014.
Claudio Machetti

Claudio Machetti: formazione e primi incarichi professionali

Originario di Roma, classe 1958, Claudio Machetti è l'attuale Direttore della Global Trading Business Line di Enel. Laureato in Scienze Statistiche presso l'Università La Sapienza, avvia il suo percorso professionale nel 1983 in Banco di Roma in qualità di impiegato presso la filiale di Milano. Dopo il suo passaggio alla Direzione Centrale di Roma, si occupa di valutare la situazione creditizia di importanti gruppi industriali italiani. Tale esperienza da analista finanziario lo porta a specializzarsi nel comparto equity, diventando funzionario della Direzione Finanziaria, ufficio Analisi Finanziarie. Viene promosso Responsabile del nucleo Analisti Finanziari nel 1990. Claudio Machetti entra anni dopo in Ferrovie dello Stato, guidando l'Unità Mercati Finanziari. Nel 1996 gli viene invece affidata la Direzione Finanza Operativa. È al contempo Amministratore Delegato di Fercredit, società finanziaria che ha contribuisce a fondare. L'ingresso nel Gruppo Enel avviene nel marzo del 2000.

Claudio Machetti: la carriera in Enel

Claudio Machetti ha ricoperto il ruolo di Responsabile dell'Area Finanza e, allo stesso tempo, ha collaborato alla nascita di Enelfactor, che guida in qualità di Amministratore Delegato. È stato inoltre Presidente di Fondenel, fondo pensione integrativo per i dirigenti Enel, nonché di Fopen, fondo pensione per operai, impiegati e quadri del Gruppo. Nel 2005 gli viene affidato l'incarico di Direttore Finanziario, a diretto riporto dell'AD. È inoltre impegnato nei board di diverse consociate quali Endesa, Terna e Wind Telecomunicazioni. Nel 2009 diventa Direttore della Direzione Risk Management di Enel, mentre a metà 2014 è chiamato a dirigere la neonata Direzione Global Trading. La Business Line lo vede in prima linea nella gestione del sourcing di carbone, gas e olio combustibile e per quanto riguarda l'operatività dei mercati all'ingrosso di gas ed energia elettrica nei Paesi in cui Enel è attiva. Claudio Machetti è inoltre Presidente e successivamente Amministratore Unico di Enel Global Trading S.p.A., il veicolo societario italiano legato alla Business Line Global Trading.

Emergenza sanitaria in Italia, Anna La Rosa: “Bollati come gli untori d’Europa”

Attualmente Anna La Rosa è Managing Director di yourNEXT, società di comunicazione strategica e istituzionale di YOURgroup: l'ex conduttrice di "TeleCamere", è membro della Fondazione "Cure Focus Research Alliance" e responsabile dell'informazione per l'Italia.
Anna La Rosa, giornalista

Saper comunicare: l'analisi di Anna La Rosa

In un momento storico come quello attuale le modalità di diffusione di notizie e informazioni sono più che mai cruciali. L'emergenza sanitaria scoppiata a livello mondiale è un evento di portata storica e come tale è stato fin da subito oggetto di diverse interpretazioni, fake news ed errori, causati anche dalla scarsa conoscenza del virus. In un editoriale pubblicato su "La Discussione", Anna La Rosa ha denunciato il pericolo grave che l'Italia corre per via di una comunicazione poco adeguata. La divulgazione medico-scientifica è un settore nel quale i pericoli sono maggiori: una notizia falsa o un'informazione scorretta, spiega la giornalista, possono "mettere a repentaglio vite umane". È il motivo per cui è fondamentale agire con estrema attenzione: le Istituzioni e gli esperti devono informare in maniera chiara, meglio se coadiuvati da professionisti della comunicazione. L'Italia ha dimostrato diverse difficoltà, tanto da inizialmente essere considerato il Paese europeo responsabile della diffusione del contagio dalla maggior parte della stampa internazionale: "Purtroppo non stiamo comunicando bene come Paese. Abbiamo tutte le risorse necessarie per uscire da questo cono d'ombra nel quale siamo finiti - scrive Anna La Rosa - e cominciare ad evidenziare quanto di positivo è stato fatto sul fronte della ricerca e della prevenzione".

Comunicazione scientifica: le esperienze di Anna La Rosa

Volto noto della televisione italiana, Anna La Rosa ha collaborato con la RAI per oltre vent'anni. Giornalista di origini calabresi e laureata in Filosofia e Pedagogia, ha raggiunto l'apice del successo grazie alla trasmissione "TeleCamere", uno dei primi rotocalchi d'informazione politico-economica del Paese. È stata autrice e conduttrice, direttore di Rai Parlamento e promotrice del talk show "Alice Nel Paese delle Meraviglie". Grazie alle esperienze in Rai è diventata una professionista della comunicazione istituzionale, lavorando anche come docente di Giornalismo Televisivo presso l'Università Luiss Guido Carli. È stata, inoltre, l'ideatrice di "TeleCamere Salute", il primo programma televisivo a portare in diretta operazioni chirurgiche. Ma Anna La Rosa è anche professore associato di Comunicazione Scientifica e Biomedica della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università La Sapienza. Infine, collabora con la rivista scientifica statunitense "CellR4", giornale ufficiale dell'associazione The Cure Alliance, impegnata nella ricerca contro le malattie che colpiscono l'umanità.

venerdì 8 maggio 2020

Roberto Tomasi, biografia e competenze

Il profilo di Roberto Tomasi: AD di Autostrade per l'Italia, vanta competenze sia in ambito operations che di direzione tecnica, sviluppate in seguito alle numerose esperienze formative e professionali.
Roberto Tomasi

Roberto Tomasi: formazione e primi incarichi professionali

Nato nel 1967 a Merano, in provincia di Bolzano, Roberto Tomasi si iscrive alla facoltà di Ingegneria Meccanica dell'Università di Padova. Dopo essersi laureato, completa la sua formazione con un master in Finance e Project Control presso la SDA Bocconi di Milano. Fondamentali anche due esperienze all'estero: l'Executive Program organizzato dalla Harvard Business School di Boston e l'International Executive Program all' INSEAD, in Francia. L'iter professionale ha inizio nell'esercito: in principio entra nella divisione mezzi militari presso l'IVECO di Bolzano, per poi approdare alla FIAT AVIO, dove si occupa di impianti di energia elettrica in contesti internazionali. È il 1996 quando il Gruppo Enel lo nomina Direttore delle Unità di Business delle Centrali di produzione di energia elettrica in Liguria: durante il primo dei numerosi incarichi per il Gruppo, Roberto Tomasi gestisce un piano di ambientalizzazione, oltre a sviluppare "Spezia 2000", progetto nato con l'obiettivo di migliorare l'organizzazione dei siti.

Roberto Tomasi: i percorsi in Enel e in Autostrade

A 5 anni dall'avvio della collaborazione, Roberto Tomasi diventa Responsabile dell'Area Cicli Combinati di Enel, con oltre 7.000 MW installati. Nel 2004 un ulteriore step di carriera: la nomina a Senior Vice President con il ruolo di Responsabile delle Grandi Commesse. Due anni più tardi assume la carica di Executive Vice President della Business Unit di Ingegneria, occupandosi della progettazione e realizzazione di impianti di produzione convenzionale. Nello stesso periodo è anche membro di diversi Board Director di alcune controllate Enel sia nazionali che internazionali. L'incarico lo vede gestire più di mille dipendenti in attività sparse in Russia, Spagna e Slovacchia. Conclusasi l'esperienza in Enel, nel luglio del 2015 Roberto Tomasi viene nominato Co-Direttore Generale di Autostrade per l'Italia (ASPI), dove è protagonista di un piano di investimenti che sfiora i 15 miliardi. Anche in Autostrade le sue competenze vengono riconosciute con la nomina a Direttore Generale e successivamente ad Amministratore Delegato: il manager ha impostato le linee guida del nuovo piano di trasformazione della società.

Focus sulle attività e sulla storia di Riva Acciaio

Con i cinque stabilimenti di Caronno Pertusella (VA), Lesegno (CN), Sellero, Malegno e Cerveno in Valle Camonica (BS), Riva Acciaio impiega oggi circa mille dipendenti. Grazie alle certificazioni ottenute e al continuo impegno nell'ambito della ricerca e sviluppo, l'azienda garantisce prodotti di alta qualità.
Riva Acciaio

Riva Acciaio, garanzia di qualità

Con oltre 60 anni di attività, Riva Acciaio si è guadagnata una posizione di leadership all'interno del panorama siderurgico italiano. Controllata dalla capogruppo Riva Forni Elettrici, conta oggi circa mille dipendenti e possiede cinque stabilimenti ubicati a Caronno Pertusella (VA), Lesegno (CN), Sellero, Malegno e Cerveno in Valle Camonica (BS). Qui la produzione interessa sia il mercato italiano che quello europeo. Certificati secondo le norme UNI EN ISO 9001, gli stabilimenti di Riva Acciaio garantiscono prodotti di qualità, innovazione ed affidabilità. L'analisi dei sistemi di gestione viene effettuata attraverso un costante e attento monitoraggio, per garantire che gli stakeholders siano sempre al centro delle politiche aziendali. Per migliorare sistematicamente le performance, gli stabilimenti sono certificati e sottoposti a verifiche di enti terzi ed indipendenti, che accertano la conformità della gestione degli impianti industriali. Gli stabilimenti di Lesegno, Caronno, Cerveno e Sellero possono operare secondo l'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), mentre quello di Malegno secondo l'Autorizzazione Unica Ambientale (AUA). Quest'ultimo inoltre, insieme al reparto per le lavorazioni a freddo dello stabilimento di Cerveno, ha ottenuto la certificazione IATF16949 per fornire il mercato dell'auto.

Riva Acciaio: la storia

Riva Acciaio è stata fondata nel 1954 in seno al Gruppo Riva: l'intuizione vincente è opera della lungimiranza e dello spirito imprenditoriale dei fratelli Emilio e Adriano Riva, che hanno intuito con anticipo le enormi potenzialità del settore siderurgico negli anni del dopoguerra. Negli oltre 60 anni di attività ed esperienza nel comparto, Riva Acciaio è diventata un attore principale per la realizzazione di prodotti lunghi e acciai di alta qualità. Gli investimenti in ricerca e sviluppo hanno portato l'azienda ad ottenere il primato per l'adozione nei suoi impianti della colata continua, ancora non sperimentata in Italia all'epoca. Oggi possiede un laboratorio all'avanguardia che ha sviluppato importanti collaborazioni con realtà di rilievo quali l'Università di Pisa, il Politecnico di Torino e il Politecnico di Milano. Nello stabilimento di Lesegno, il centro sfrutta le più recenti tecnologie come ad esempio il simulatore termomeccanico "Gleeble 3800". È grazie a queste attività che l'azienda garantisce costante sviluppo e innovazione.

CDP: Fabrizio Palermo commenta l’emissione del Covid-19 Social Response Bond

"Con l'emissione del nuovo Covid-19 Social Response Bond, CDP conferma la propria vicinanza al Paese in un momento di grande difficoltà": lo ha dichiarato l'Amministratore Delegato e Direttore Generale Fabrizio Palermo in una recente nota.
Fabrizio Palermo, amministratore delegato cdp

Fabrizio Palermo: CDP al fianco dell'Italia

Per uscire dal grave momento di crisi che stiamo vivendo, il Paese ha bisogno del supporto di tutti, di azioni sinergiche, di collaborazione. Non si tirano indietro Cassa Depositi e Prestiti e l'Amministratore Delegato Fabrizio Palermo, che ha di recente rilasciato una nota nella quale esprime tutta la sua determinazione nell'affiancare l'Italia verso la ripartenza. "Con l'emissione del nuovo Covid-19 Social Response Bond", ha dichiarato l'AD, "CDP conferma la propria vicinanza al Paese in un momento di grande difficoltà. Grazie a questa operazione, CDP supporterà ulteriormente imprese e pubblica amministrazione, in un'ottica di rafforzamento della loro capacità di risposta alla situazione di crisi in atto e di rilancio". Fabrizio Palermo ha inoltre sottolineato come la crescente attenzione da parte degli investitori verso iniziative ad alto impatto sociale e ambientale sia ormai evidente: si tratta di segni positivi, rinnovate speranze e voglia di fare per il futuro del Paese.

La carriera di Fabrizio Palermo

Fabrizio Palermo è Amministratore Delegato e Direttore Generale di Cassa Depositi e Prestiti dal 2018. È inoltre Amministratore Delegato di CDP Reti S.p.A., membro del Consiglio di Amministrazione di Fincantieri S.p.A. e Co-presidente del Business Forum Italia-Cina. In seguito alla laurea in Economia e Commercio presso l'Università La Sapienza di Roma, inizia la sua carriera nel 1995 nella Divisione Investment Banking di Morgan Stanley, a Londra. Dal 1998 è consulente strategico in McKinsey: si specializza in operazioni di risanamento, trasformazione e rilancio di grandi gruppi industriali e finanziari. Nel 2005 passa a Gruppo Fincantieri con l'incarico di Direttore Business Development e Corporate Finance. In seguito diventa Chief Financial Officer e Vice Direttore Generale. Dal 2014 al 2018 Fabrizio Palermo è Chief Financial Officer e Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari presso CDP. Tra i vari impegni, dal 2017 fa parte della Commissione Italo-Francese per il progetto di alleanza tra Fincantieri e Naval Group, con l'obiettivo di creare un leader della cantieristica a livello europeo.

Lotta alla corruzione: Paola Severino, Rappresentante Speciale della Presidenza OSCE, a Skopje

Lotta alla corruzione, l'importanza di un approccio sovranazionale e il ruolo dell'OSCE: le parole di Paola Severino, Rappresentante Speciale della Presidenza OSCE e Vice Presidente dell'Università LUISS Guido Carli, in visita a Skopje.
Paola Severino

Skopje: incontri e impegni di Paola Severino, in visita ufficiale il 10 e 11 febbraio

In qualità di Rappresentante Speciale della Presidenza OSCE in esercizio per la lotta alla corruzione (confermata in tale incarico dall'attuale Presidenza albanese), Paola Severino si è recata il 10 e 11 Febbraio in visita a Skopje, prendendo parte in quell'occasione alla conferenza regionale "Preventive measures and enforcing the law: building resilience to corruption in South East Europe", organizzata dalla Missione OSCE-Skopje. Ospite d'onore e keynote speaker, ha parlato nel suo intervento dell'importanza di un approccio sovranazionale alla lotta alla corruzione sottolineando quindi il ruolo decisivo che possono ricoprire le organizzazioni internazionali nell'affiancare gli Stati attraverso iniziative basate su dialogo, condivisione e coordinamento, nel pieno rispetto delle peculiarità nazionali. I lavori della conferenza, articolata in diverse sessioni, sono stati aperti dal Vice Ministro degli Esteri macedone Andrej Zhernovski insieme alla Rappresentante della Presidenza albanese dell'OSCE Evis Fico e all'Ambasciatore Clemens Koja, Capo Missione dell'OSCE a Skopje. Presente a Skopje anche il Ministro degli Affari Esteri Luigi di Maio che in occasione della conferenza stampa congiunta con l'omologo della Macedonia del Nord Nikola Dimitrov ha ringraziato Paola Severino per aver portato avanti in Italia "un'importante legge tuttora in vigore che va salvaguardata e implementata insieme ad altri provvedimenti che tuttora stiamo sviluppando sulla lotta contro la corruzione e contro la mafia".

Paola Severino: l'intervento alla conferenza su misure di prevenzione e contrasto alla corruzione

"L'OSCE, nel supportare i Paesi balcanici in questo sforzo congiunto, si pone come piattaforma ideale per la fondamentale armonizzazione delle leggi anticorruzione": è Paola Severino ad affermarlo nella corso della conferenza, spiegando come la corruzione sia un fenomeno sempre più "senza confini", sfaccettato e complesso, che oltre a minare la crescita democratica, la sicurezza dei cittadini e dello Stato, impedisce anche una ottimale allocazione delle risorse causando gravi inefficienze in termini di costi economici diretti e indiretti. "Contrastare la corruzione non è quindi solo una necessità politica e morale, ma è anche un'opportunità economica, in quanto la legalità, la certezza e la velocità della giustizia e la trasparenza sono fattori di incentivazione degli investimenti interni e di attrazione degli investitori esteri": Paola Severino ha quindi sottolineato come, per affrontare efficacemente la questione, sia necessaria una maggiore regolamentazione dei meccanismi di controllo e un coinvolgimento più grande della società civile e del settore privato. In questa prospettiva, il contrasto alla corruzione, sia in fase preventiva che repressiva, deve essere olistico e multilivello. Nel corso della visita la Vice Presidente dell'Università LUISS Guido Carli ha avuto inoltre modo di incontrare il Rettore dell'Università "Ss. Cirillo e Metodio" di Skopje, per esplorare le opportunità di cooperazione tra i due Atenei, e il Pro Rettore dell'"University American College Skopje".

Più investimenti in sicurezza e manutenzione: Roberto Tomasi sulla trasformazione di Aspi

"Un incontro auspicato, voluto, ma solo quando lo vorranno": Roberto Tomasi in un'intervista dichiara il desiderio di voler incontrare i parenti delle vittime del Ponte Morandi. L'AD parla inoltre del piano di trasformazione di Aspi e del progetto di sgravi sul pedaggio per chi deve subire i disagi delle manutenzioni.
Roberto Tomasi, AD Autostrade per l'Italia

Aspi, l'AD Roberto Tomasi: incontrare i parenti delle vittime per superare le comprensibili diffidenze

"Vorremmo provare a spiegare, con grande senso di umiltà, quello che abbiamo fatto in diciotto mesi, reagendo a questa immensa tragedia": è l'Amministratore Delegato di Autostrade per l'Italia Roberto Tomasi, in un'intervista ripresa da "La Stampa e dal "Secolo XIX", a spiegare come la società stia rispondendo a quanto accaduto il 14 agosto 2018 a Genova. "Ci siamo interrogati più volte su come dare vicinanza o attenzione ai familiari" ha sottolineato l'AD, auspicando di poter incontrare presto i parenti delle vittime. "Vorremmo rompere le diffidenze, le comprensibilissime diffidenze che si sono create. La nostra disponibilità ad un incontro è massima, ma senza forzare nessuno. Certamente sì, siamo disponibili: vorremmo incontrarli, ma solo quando e se loro lo riterranno. Portiamo addosso una ferita che non potrà mai essere rimarginata" aggiunge Roberto Tomasi, specificando come Aspi si stia impegnando "a far sì che quanto accaduto non possa più ripetersi". Lo dicono gli investimenti destinati alla sicurezza e i controlli avviati in 587 gallerie. Ma l'AD ai familiari delle vittime rivolge anche un altro pensiero: "Non ultimo, vorremmo dire che siamo loro vicini, per qualsiasi cosa avessero bisogno". E ancora, parlando della concessione: "Auspichiamo una soluzione razionale nell'interesse del Paese delle vittime e a tutti coloro che hanno subito le conseguenze della tragedia".

Roberto Tomasi: focus su investimenti in sicurezza e manutenzione

Nell'intervista, Roberto Tomasi fa il punto sui controlli avviati nelle 587 gallerie gestite dalla società. Sono "solo una parte delle attività di verifica e manutenzione che stiamo svolgendo, insieme a quelle su ponti, viadotti, barriere antirumore": al lavoro "una compagine di aziende ed esperti internazionali" che sta intervenendo sui tunnel "per fare una `verifica veloce' in 60 giorni delle condizioni di sicurezza, anche alla luce di quanto accaduto nella galleria Bertè (crollata parte della volta il 30 dicembre)". Che sia "impegnativo, considerando che Autostrade gestisce il 35% dei tunnel di tutta Europa" è l'AD a evidenziarlo: "Nel frattempo stiamo riverificando tutti gli elementi dell'infrastruttura, comprese pavimentazione e barriere di sicurezza: un piano importante per garantire agli italiani la massima sicurezza". E sul fronte degli investimenti, Roberto Tomasi illustra il piano di trasformazione di Aspi: "Contempla fino al 2023 una spesa di manutenzione corrente di 2 miliardi, vede un aumento di 700 milioni rispetto alla previsione di spesa elaborata nel 2018. Parliamo di un incremento del 40 per cento. È una manifestazione concreta dell'attenzione che vogliamo dare alla manutenzione. Se poi guardiamo i numeri in un'ottica di medio termine, è ancora più chiaro il nostro nuovo approccio: 14,5 miliardi di investimenti per ammodernamento e potenziamento della rete e oltre 7 miliardi di spese di manutenzione, da qui ai prossimi 18 anni". Consapevole dei disagi che i cantieri nelle autostrade stanno creando ai viaggiatori, l'AD anticipa che in sinergia con il Ministero "nelle prossime settimane definiremo un pacchetto di misure per agevolare gli utenti, se ci fossero problemi di traffico dovuti ai cantieri, considerando anche la velocità di percorrenza delle singole tratte, per esempio con sconti e riduzioni sui pedaggi in caso di scarsa fluidità".